Una delle mie fiabe preferite è La Bella Addormentata nel Bosco che molti ritengono l'elogio della passività della donna. Eppure così si toglie alla fiaba molto del suo significato nascosto. Diverse fiabe raccontano il sesso ovvero di come stare attenti al predatore (Cappuccetto Rosso, Barbablù), raccontano di uno sposo animale (La Bella e la Bestia in primis) e non fa eccezione questa fiaba. Il sesso per i bambini è un mistero, una scoperta e anche loro hanno una propria sessualità, anche i bambini toccano il proprio sesso. Ovviamente si tratta di una cosa che non va vista con quella malizia tipica degli adulti. E non starò qui a discutere, poiché merita un discorso a parte e più volte ne ho parlato, di quando un adulto invade con prepotenza la sessualità del bambino. Si tratta di una cosa delicata e ovviamente una fiaba non può raccontare in maniera sfacciata la scoperta della sessualità. Il mondo del bambino appartiene all'oscurità, al segreto, all'intimità. E' un mondo dove i mostri stanno lì nascosti. Le fiabe non intendono spiegare cosa siano quei mostri, non intende dire cosa siano. Un bambino non capisce il significato della parola "rabbia", ma comprende la sensazione di "sputare fuoco", sa che cosa vuol dire. Il mondo delle fiabe, così pieno di simboli, asseconda il mondo interiore del bambino e gli fa capire che quello che sta vivendo è importante. Molte fiabe raccontano il punto di vista femminile, ma per i bambini più piccoli non c'è ancora una differenza sostanziale. Per questo vedere le fiabe dal punto di vista adulto spesso le svilisce e trovo ingiusta questa moda di rendere le fiabe più adulte. Semmai si adattano le fiabe agli adulti, ma il più delle volte perdono quell'incanto iniziale. E' come se le stessero inaridendo. Comunque adesso passiamo alla fiaba de La Bella Addormentata nel Bosco di Millicent Sowerby, 1909 La versione più nota a noi è quella dei Grimm che finisce appunto col matrimonio tra il principe e Rosaspina e non compare l'orchessa, la madre del principe, come accade in quella di Perrault (potete leggerla qui) Anzi si ha ancora prima una versione di Giambattista Basile ne Il Pentamerone con Talia, Sole e Luna del quale ne parlerò più avanti di Warwick Goble di Margaret Tarrant La "maledizione" della fata dimenticata non è altro che l'arrivo del menarca, la prima mestruazione. Si tratta di una cosa assolutamente naturale anzi di una cosa talmente antica come lo è la tredicesima fata che rappresenta la tredicesima luna, la Luna blu eppure in un mondo ideale sembra lo sconvolgimento. La tredicesima fata parla di morte mentre la fata più giovane parla di un sonno. In realtà la sostanza non cambia perché con la puntura "muore" la bambina ovvero l'infanzia. di Harry Clarke, 1922 di Nadezhda Illarionova Come spesso accade non si possono ingannare gli oracoli e ciò che si fa per evitare che accadano in realtà porta al loro compimento. Soprattutto è il padre a temere la maledizione nonostante l'intervento della fata più giovane e qui viene in mente i padri che vedono le figlie come le loro "bambine". Spesso si parla nelle fiabe di fanciulle di 16 anni. Più o meno quella era l'età nella quale le ragazze diventavano donne ed è tramite un'altra donna, anziana per di più, che avviene il "fattaccio". Lei non ha sentito l'editto perché sorda, ma soprattutto come potrebbe temere un editto simile? E' una donna anziana, quindi una donna con esperienza. di Nadezhda Illarionova di Anne Anderson, 1935 di Margaret Tarrant, 1915 di Gustave Doré, 1867 di W. H. Margetson di Edmund Dulac, 1910 di Christian Birmingham di Millicent Sowersby, 1909 di Walter Crane, 1875 Sa che le mestruazioni fanno parte della donna, è qualcosa di ancestrale così come l'atto del filare (del quale ne ho parlato qui) ed è "sorda" a questo terribile editto che cerca di vietarle. La vecchina se ne sta in una torre, isolata da tutti. Tessere equivale comporre il filo del destino e lei, inconsapevolmente, la sta conducendo a quella via. E' una sorta di passaggio, come tra nonno e nipote. Il destino si compie, la natura sta svolgendo il suo cammino. Cosa succede adesso quando una ragazza ha le sue prime mestruazioni? Si crede già pronta alle sue prime esperienze sessuali soprattutto se consideriamo che l'età dello sviluppo è diminuita drasticamente. Qualche anno in realtà, ma nell'adolescenza possono sembrare secoli. Le prime esperienze sono preziose, ma questo non vuol dire che deve svalutarsi, concedersi continuamente. La ragazza è ancora inesperta e corre, spesso per paura dell'inerzia. Eppure ci vuole qualcuno che sappia essere in ascolto. Tutto si addormenta, ma anche se si tratta di un sonno gelido come la morte in realtà, quasi in sotterraneo, il corpo si prepara. E' come una terra in inverno: sembra addormentata, quasi morta, in realtà si sta preparando al risveglio. Un risveglio precoce, magari perché il raggio di sole arriva prima del tempo dovuto, porta il seme a sbocciare ma quel raggio di sole poi se ne va, il fiore viene sorpreso dall'inverno portandolo alla morte. Passa un secolo, come viene detto dalla fata più giovane, e molti hanno provato ad entrare. E' interessante notare che tutti del palazzo si addormentano tranne il re e la regina che se ne vanno. La principessa viene chiamata Rosaspina per il riferimento alle spine che circondano il palazzo. di Trina Schart Hyman E' una rosa selvatica che intende proteggere se stessa. di Laura Barrett E' addormentata, ma in realtà ha un potere enorme. Nell'oscurità spesso attiviamo risorse inaspettate e andiamo anche oltre il proprio corpo. E' il mondo del sotterraneo, il mondo del silenzio e delle parole sussurrate. E' il mondo della verità. Solo un ragazzo riesce ad entrare nel bosco di rovi, un ragazzo che ha ascoltato le parole di un anziano, anch'esso testimone di un tempo passato. di Helen Stratton, 1903 di Walter Crane, 1875 di John B. Gruelle, 1914 di Harry Clarke di Arthur Rackham Sappiamo tutti come i nonni sono importanti per i nipoti, persino fondamentali per una corretta crescita. Spesso i genitori sono impegnati in altre faccende, indaffarati e non hanno tempo e quando ce l'hanno il più delle volte sono stanchi che non hanno nessuna voglia di stare ad ascoltare il bambino e raccontare qualcosa. Inoltre i nonni possiedono un sapere antico che va tramandato e questo anziano, che non è il nonno del principe ma è come se lo fosse, preoccupandosi anche per la sua sorte, dice al giovane di non ascoltare quello che dicono su quel castello, non è vero che c'è un orco che mangia i bambini. Nell'adolescenza spesso i giovani si comportano in maniera quasi strafottente ma spesso lo fanno per paura, perché non sanno come comportarsi. Molti prima di lui hanno tentato, ma sono stati afferrati dai rovi come mani e intrappolati fino a morire. Il principe entra nel bosco (serie Briar Rose) di Edward Burne-Jones, 1871-1872 Hanno osato violare un tempio sacro senza conoscere la natura oppure comportandosi in modo ostinato quando era chiaro il rifiuto. Il principe viene fatto entrare spontaneamente. Ormai è giunto il tempo. I cento anni sono passati e proprio per questo motivo, il principe viene fatto passare. di Errol Le Cain Eccovi una carrellata di immagini con prima la principessa e poi l'incontro e la scoperta della fanciulla. di Edward Burne Jones (della serie Briar Rose) idem, 1890 di Kinuko Craft, 2001 di Kinuko Craft di Edward Burne Jones (non della serie Briar Rose) di Maj Fagerberg di Nadezhda Illarionova di Viktor Vasnetsov di Maxfield Parrish, 1912 di W. Heath Robinbson, 1921 di Thomas Ralph Spence di John Collier, 1921 di Victor Gilbert di Arthur Rackham, 1920 Il principe contemplerà la visione. Qualcosa di sacro è di fronte ai suoi occhi. Lo stupore è indicibile: davvero quel rovo di spine preservava una tale bellezza? di Gustave Doré, 1867 di Herbert Cole, 1906 di Gustaf Tenggren di Henry Meynell Rheam, 1899 di John Duncan di Edmund Dulac di Toshiko Kato di Edward Brewtnall di Margaret Tarrant, 1915 di Josephine Wall di Jessie Willcox Smith, 1911 di Wilhelm Jordan di Warwick Goble, 1913 di Paul Menerheim di Jennie Harbour, 1921 di Emilio Freixas di Margaret Evans Price, 1921 di Peter Newell di Walter Crane Ed eccoci al bacio che come una scintilla, desta la bella addormentata. I 100 anni sono finiti e lei è pronta per il risveglio. di Herbert Cole, 1906 da La rivoluzione di Ludwig di Kaori Yuki, primo numero Lei si risveglia così come la gente del castello e tutto quello che circonda come se lei rappresentasse la primavera. di H. J. Ford di Walter Crane, 1875 di Arthur Rackham di Arthur Rackham La natura riprende il suo corso. di Frances McDonald, 1896 In quest'illustrazione vediamo accanto a Rosaspina un bambino e ricorda la versione di Basile Infatti in questa versione, lei si chiama Talia e dà alla luce Sole e Luna. Il punto è che li partorisce ancora addormentata! Come lei li abbia, ve lo lascio indovinare. I due bambini succhiano il seno (e nell'illustrazione vediamo che lei è a seno nudo) e uno di questi non trovandolo, succhia il dito dove lei si è punta risvegliandola togliendole la scheggia. Bisogna però dire che non ci si deve confondere il mondo delle immagini con quello della realtà. Per esempio, una delle fantasie sessuali delle donne più comuni è quella di essere possedute, ma questo non vuol dire che desiderano essere stuprate. E con questo finisco il post, spero che non vi siate annoiati. Agli occhi di un adulto lei può sembrare l'ennesima principessa che viene salvata, la solita damigella in pericolo eppure sotto la superficie nasconde simboli, allegorie... Sotto la superficie si nasconde un mondo interiore. Quindi è questa la versione da dire ai bambini, è da spiegare così la fiaba? Mai! Sarebbe come privare al bambino di piacere di scoprire da sé. Questa versione è per voi, ad incitarvi a leggere le fiabe senza pregiudizi. Potreste scoprire dei tesori nascosti. Ve lo auguro. Molte delle illustrazioni che sono qui le ho prese in questo sito: SurLaLune fairytales. Lo consiglio caldamente e molte volte mi sono affidata a questa fonte come con Raperonzolo. Aggiornamento 8 settembre 2013: Devo dire che una fonte inesauribile di immagini è Pinterest. Oramai se cerco delle illustrazioni, aggiungo su Google anche Pinterest. Aggiornamento 24 settembre 2013: Un fatto talmente importante da essere poi dimenticato (pure da me, sorry, anche se lo conoscevo) è che la regina, prima di avere Rosaspina, era sterile. La lieta notizia che presto avrebbe avuto una bambina le fu data da una rana. Creatura spesso malvista (basti pensare a Il principe ranocchio) eppure potente e collegata all'esoterismo e alla magia. Inoltre appartiene all'acqua, simbolo dell'inconscio. Nei sogni capita di vedere una rana che affiora da uno stagno. L'acqua dello stagno è inerte, ma vedere una rana fa capire che c'è vita. Inoltre la rana è come l'abbozzo di un feto. Quindi, come il sonno di Rosaspina che non è altro un tempo di preparazione interiore, anche la sterilità non è altro che una preparazione interiore alla fertilità. Aggiornato e Modificato
Una delle mie fiabe preferite è La Bella Addormentata nel Bosco che molti ritengono l'elogio della passività della donna. Eppure così si toglie alla fiaba molto del suo significato nascosto. Diverse fiabe raccontano il sesso ovvero di come stare attenti al predatore (Cappuccetto Rosso, Barbablù), raccontano di uno sposo animale (La Bella e la Bestia in primis) e non fa eccezione questa fiaba. Il sesso per i bambini è un mistero, una scoperta e anche loro hanno una propria sessualità, anche i bambini toccano il proprio sesso. Ovviamente si tratta di una cosa che non va vista con quella malizia tipica degli adulti. E non starò qui a discutere, poiché merita un discorso a parte e più volte ne ho parlato, di quando un adulto invade con prepotenza la sessualità del bambino. Si tratta di una cosa delicata e ovviamente una fiaba non può raccontare in maniera sfacciata la scoperta della sessualità. Il mondo del bambino appartiene all'oscurità, al segreto, all'intimità. E' un mondo dove i mostri stanno lì nascosti. Le fiabe non intendono spiegare cosa siano quei mostri, non intende dire cosa siano. Un bambino non capisce il significato della parola "rabbia", ma comprende la sensazione di "sputare fuoco", sa che cosa vuol dire. Il mondo delle fiabe, così pieno di simboli, asseconda il mondo interiore del bambino e gli fa capire che quello che sta vivendo è importante. Molte fiabe raccontano il punto di vista femminile, ma per i bambini più piccoli non c'è ancora una differenza sostanziale. Per questo vedere le fiabe dal punto di vista adulto spesso le svilisce e trovo ingiusta questa moda di rendere le fiabe più adulte. Semmai si adattano le fiabe agli adulti, ma il più delle volte perdono quell'incanto iniziale. E' come se le stessero inaridendo. Comunque adesso passiamo alla fiaba de La Bella Addormentata nel Bosco di Millicent Sowerby, 1909 La versione più nota a noi è quella dei Grimm che finisce appunto col matrimonio tra il principe e Rosaspina e non compare l'orchessa, la madre del principe, come accade in quella di Perrault (potete leggerla qui) Anzi si ha ancora prima una versione di Giambattista Basile ne Il Pentamerone con Talia, Sole e Luna del quale ne parlerò più avanti di Warwick Goble di Margaret Tarrant La "maledizione" della fata dimenticata non è altro che l'arrivo del menarca, la prima mestruazione. Si tratta di una cosa assolutamente naturale anzi di una cosa talmente antica come lo è la tredicesima fata che rappresenta la tredicesima luna, la Luna blu eppure in un mondo ideale sembra lo sconvolgimento. La tredicesima fata parla di morte mentre la fata più giovane parla di un sonno. In realtà la sostanza non cambia perché con la puntura "muore" la bambina ovvero l'infanzia. di Harry Clarke, 1922 di Nadezhda Illarionova Come spesso accade non si possono ingannare gli oracoli e ciò che si fa per evitare che accadano in realtà porta al loro compimento. Soprattutto è il padre a temere la maledizione nonostante l'intervento della fata più giovane e qui viene in mente i padri che vedono le figlie come le loro "bambine". Spesso si parla nelle fiabe di fanciulle di 16 anni. Più o meno quella era l'età nella quale le ragazze diventavano donne ed è tramite un'altra donna, anziana per di più, che avviene il "fattaccio". Lei non ha sentito l'editto perché sorda, ma soprattutto come potrebbe temere un editto simile? E' una donna anziana, quindi una donna con esperienza. di Nadezhda Illarionova di Anne Anderson, 1935 di Margaret Tarrant, 1915 di Gustave Doré, 1867 di W. H. Margetson di Edmund Dulac, 1910 di Christian Birmingham di Millicent Sowersby, 1909 di Walter Crane, 1875 Sa che le mestruazioni fanno parte della donna, è qualcosa di ancestrale così come l'atto del filare (del quale ne ho parlato qui) ed è "sorda" a questo terribile editto che cerca di vietarle. La vecchina se ne sta in una torre, isolata da tutti. Tessere equivale comporre il filo del destino e lei, inconsapevolmente, la sta conducendo a quella via. E' una sorta di passaggio, come tra nonno e nipote. Il destino si compie, la natura sta svolgendo il suo cammino. Cosa succede adesso quando una ragazza ha le sue prime mestruazioni? Si crede già pronta alle sue prime esperienze sessuali soprattutto se consideriamo che l'età dello sviluppo è diminuita drasticamente. Qualche anno in realtà, ma nell'adolescenza possono sembrare secoli. Le prime esperienze sono preziose, ma questo non vuol dire che deve svalutarsi, concedersi continuamente. La ragazza è ancora inesperta e corre, spesso per paura dell'inerzia. Eppure ci vuole qualcuno che sappia essere in ascolto. Tutto si addormenta, ma anche se si tratta di un sonno gelido come la morte in realtà, quasi in sotterraneo, il corpo si prepara. E' come una terra in inverno: sembra addormentata, quasi morta, in realtà si sta preparando al risveglio. Un risveglio precoce, magari perché il raggio di sole arriva prima del tempo dovuto, porta il seme a sbocciare ma quel raggio di sole poi se ne va, il fiore viene sorpreso dall'inverno portandolo alla morte. Passa un secolo, come viene detto dalla fata più giovane, e molti hanno provato ad entrare. E' interessante notare che tutti del palazzo si addormentano tranne il re e la regina che se ne vanno. La principessa viene chiamata Rosaspina per il riferimento alle spine che circondano il palazzo. di Trina Schart Hyman E' una rosa selvatica che intende proteggere se stessa. di Laura Barrett E' addormentata, ma in realtà ha un potere enorme. Nell'oscurità spesso attiviamo risorse inaspettate e andiamo anche oltre il proprio corpo. E' il mondo del sotterraneo, il mondo del silenzio e delle parole sussurrate. E' il mondo della verità. Solo un ragazzo riesce ad entrare nel bosco di rovi, un ragazzo che ha ascoltato le parole di un anziano, anch'esso testimone di un tempo passato. di Helen Stratton, 1903 di Walter Crane, 1875 di John B. Gruelle, 1914 di Harry Clarke di Arthur Rackham Sappiamo tutti come i nonni sono importanti per i nipoti, persino fondamentali per una corretta crescita. Spesso i genitori sono impegnati in altre faccende, indaffarati e non hanno tempo e quando ce l'hanno il più delle volte sono stanchi che non hanno nessuna voglia di stare ad ascoltare il bambino e raccontare qualcosa. Inoltre i nonni possiedono un sapere antico che va tramandato e questo anziano, che non è il nonno del principe ma è come se lo fosse, preoccupandosi anche per la sua sorte, dice al giovane di non ascoltare quello che dicono su quel castello, non è vero che c'è un orco che mangia i bambini. Nell'adolescenza spesso i giovani si comportano in maniera quasi strafottente ma spesso lo fanno per paura, perché non sanno come comportarsi. Molti prima di lui hanno tentato, ma sono stati afferrati dai rovi come mani e intrappolati fino a morire. Il principe entra nel bosco (serie Briar Rose) di Edward Burne-Jones, 1871-1872 Hanno osato violare un tempio sacro senza conoscere la natura oppure comportandosi in modo ostinato quando era chiaro il rifiuto. Il principe viene fatto entrare spontaneamente. Ormai è giunto il tempo. I cento anni sono passati e proprio per questo motivo, il principe viene fatto passare. di Errol Le Cain Eccovi una carrellata di immagini con prima la principessa e poi l'incontro e la scoperta della fanciulla. di Edward Burne Jones (della serie Briar Rose) idem, 1890 di Kinuko Craft, 2001 di Kinuko Craft di Edward Burne Jones (non della serie Briar Rose) di Maj Fagerberg di Nadezhda Illarionova di Viktor Vasnetsov di Maxfield Parrish, 1912 di W. Heath Robinbson, 1921 di Thomas Ralph Spence di John Collier, 1921 di Victor Gilbert di Arthur Rackham, 1920 Il principe contemplerà la visione. Qualcosa di sacro è di fronte ai suoi occhi. Lo stupore è indicibile: davvero quel rovo di spine preservava una tale bellezza? di Gustave Doré, 1867 di Herbert Cole, 1906 di Gustaf Tenggren di Henry Meynell Rheam, 1899 di John Duncan di Edmund Dulac di Toshiko Kato di Edward Brewtnall di Margaret Tarrant, 1915 di Josephine Wall di Jessie Willcox Smith, 1911 di Wilhelm Jordan di Warwick Goble, 1913 di Paul Menerheim di Jennie Harbour, 1921 di Emilio Freixas di Margaret Evans Price, 1921 di Peter Newell di Walter Crane Ed eccoci al bacio che come una scintilla, desta la bella addormentata. I 100 anni sono finiti e lei è pronta per il risveglio. di Herbert Cole, 1906 da La rivoluzione di Ludwig di Kaori Yuki, primo numero Lei si risveglia così come la gente del castello e tutto quello che circonda come se lei rappresentasse la primavera. di H. J. Ford di Walter Crane, 1875 di Arthur Rackham di Arthur Rackham La natura riprende il suo corso. di Frances McDonald, 1896 In quest'illustrazione vediamo accanto a Rosaspina un bambino e ricorda la versione di Basile Infatti in questa versione, lei si chiama Talia e dà alla luce Sole e Luna. Il punto è che li partorisce ancora addormentata! Come lei li abbia, ve lo lascio indovinare. I due bambini succhiano il seno (e nell'illustrazione vediamo che lei è a seno nudo) e uno di questi non trovandolo, succhia il dito dove lei si è punta risvegliandola togliendole la scheggia. Bisogna però dire che non ci si deve confondere il mondo delle immagini con quello della realtà. Per esempio, una delle fantasie sessuali delle donne più comuni è quella di essere possedute, ma questo non vuol dire che desiderano essere stuprate. E con questo finisco il post, spero che non vi siate annoiati. Agli occhi di un adulto lei può sembrare l'ennesima principessa che viene salvata, la solita damigella in pericolo eppure sotto la superficie nasconde simboli, allegorie... Sotto la superficie si nasconde un mondo interiore. Quindi è questa la versione da dire ai bambini, è da spiegare così la fiaba? Mai! Sarebbe come privare al bambino di piacere di scoprire da sé. Questa versione è per voi, ad incitarvi a leggere le fiabe senza pregiudizi. Potreste scoprire dei tesori nascosti. Ve lo auguro. Molte delle illustrazioni che sono qui le ho prese in questo sito: SurLaLune fairytales. Lo consiglio caldamente e molte volte mi sono affidata a questa fonte come con Raperonzolo. Aggiornamento 8 settembre 2013: Devo dire che una fonte inesauribile di immagini è Pinterest. Oramai se cerco delle illustrazioni, aggiungo su Google anche Pinterest. Aggiornamento 24 settembre 2013: Un fatto talmente importante da essere poi dimenticato (pure da me, sorry, anche se lo conoscevo) è che la regina, prima di avere Rosaspina, era sterile. La lieta notizia che presto avrebbe avuto una bambina le fu data da una rana. Creatura spesso malvista (basti pensare a Il principe ranocchio) eppure potente e collegata all'esoterismo e alla magia. Inoltre appartiene all'acqua, simbolo dell'inconscio. Nei sogni capita di vedere una rana che affiora da uno stagno. L'acqua dello stagno è inerte, ma vedere una rana fa capire che c'è vita. Inoltre la rana è come l'abbozzo di un feto. Quindi, come il sonno di Rosaspina che non è altro un tempo di preparazione interiore, anche la sterilità non è altro che una preparazione interiore alla fertilità. Aggiornato e Modificato
Scopriamo i dipinti e le sculture dedicati alla bella addormentata!
Tra gli estimatori della raccolta dei Grimm ci furono Goethe, Calvino e Gramsci; viceversa, la Disney infiocchettò le storie, tradendo la loro anima nera e truculenta - I Grimm, che all'inizio difesero il valore etico della crudeltà, si arresero alla censura, e la loro settima raccolta fu adottata come libro nelle scuole. Ma i bimbi tedeschi continuarono a chiamare i sogni
Immerso nelle Alpi a sud-ovest della Baviera, in cima a una collina, si trova il castello di Neuschwanstein. Circondato da scogliere, un fossato e una
🇮🇹La scultura del giorno che vi propongo oggi è la Bella Addormentata dello scultore tedesco Louis Sussmann-Hellborn… 🇬🇧The sculpture of the day that I propose to you today is the Sleeping Be…
Ballet-féerie in three acts with a prologue and apotheosis Music by Peter Ilyich Tchaikovsky Libretto by Ivan Vsevolozhsky Décor by Heinrich Levogt, Mikhail Bocharov, Ivan Andreyev, Konstantin Ivan…
Explore janwillemsen's 125143 photos on Flickr!
Immerso nelle Alpi a sud-ovest della Baviera, in cima a una collina, si trova il castello di Neuschwanstein. Circondato da scogliere, un fossato e una
Casa Editrice Giuseppe Principato Traduzione di Cesare Giardini. Illustrazioni di Adriana Ségur. La bella addormentata nel bosco, Pelle d'asino, Il gatto con gli stivali, Cenerentola o la scarpetta di vetro, Il serpente verde, Graziosa e Percivalle, L'uccello azzurro. Numero di Pagine: 107
Cuento completo del escritor frances Charles Perrault.
Illustrazione di Walter Crane La storia della Bella Addormentata nel Bosco la conoscono tutti. O meglio, credono di conoscerla perché conoscono la versione a cartoni animati. Le versioni a cartoni animati sono sempre rese edulcorate, buoniste, divertenti. Le fiabe vere sono invece spesso crudeli (e la Bella Addormentata non fa eccezione), soprattutto quelle dei Grimm, che non scrivevano per damigelle delicate e cicisbei incipriati come invece faceva Perrault. Che poi anche questa storia dello scrivere andrebbe spiegata. Le fiabe (con l'eccezione di quelle di Andersen che era un caso a parte) non si scrivono, si tramandano e semmai si trascrivono. Le fiabe raccolgono i miti e le usanze dei popoli, e le paure e le speranze dell'umanità, e si tramandano per via orale da così tanto tempo che le origini si smarriscono nelle nebbie del passato. Le fiabe dei Grimm non le hanno inventate i Grimm, loro le hanno “solo” raccolte ascoltando chi le conosceva. La Bella Addormentata nel Bosco potrebbe, in parte, derivare dal mito di Danae. Ma forse è più antico ancora. Forse è Danae che deriva dalla Bella Addormentata... La Bella Addormentata è una storia di donne, come vedremo. L'unico uomo, ovvero il Principe Azzurro, non fa molto a parte sposare la Principessa, ed è pochissimo risolutivo. La Bella Addormentata nel Bosco C'erano una volta, tanto tempo fa, un re e una regina che desideravano disperatamente un figlio. Finalmente la regina si ritrovò incinta e dopo nove mesi diede alla luce una bella bambina. I regali consorti ne furono talmente felici che diedero una festa senza pari per celebrarne la nascita. Vennero invitate anche tutte le fate che vivevano nel regno. Non proprio tutte in verità, perché le fate del regno erano in tutto otto, mentre il re e la regina ne invitarono solo sette. Non lo fecero per cattiveria, ma perché l'ottava fata era così anziana, che nessuno pensava fosse ancora viva, anche perché non la si vedeva più in giro da almeno cinquant'anni. Lo so che tutti hanno pensato: “Ma che cavolo vi ci voleva a mandarle un invito? Non vi costava niente, e al peggio se era morta potevate averne la conferma.” Eh, già, si fa presto col senno di poi a criticarli. Ma diciamolo: quella era scomparsa da cinquant'anni, da prima che loro nascessero. Probabilmente neanche più si ricordavano di lei! E anche lei, che diritto aveva di prendersela tanto? Insomma, se vuoi che la gente t'inviti alle feste, ogni tanto ricordale che sei ancora viva, no? Comunque vennero invitate sette delle otto fate, e per ciascuna di loro ci fu un regalo speciale: un cofanetto contenente piatti, posate e bicchieri d'oro. Una cosuccia graziosa e molto chic, davvero. Solo che mentre il banchetto stava per cominciare il portone si spalancò ed entrò l'ottava fata, così vecchia che sulla faccia aveva più rughe che pelle. Tutti rimasero costernati e vergognosi, e lei volse lo sguardo bilioso sui due regali coniugi che impallidirono immediatamente. “Ho saputo che qui si festeggiava”, disse la vecchia fata sputacchiando, un po' per la rabbia e un po' per la dentiera. “Ehm, s-sì...”, balbettò il re, “Non vi abbiamo invitato perché... perché... pensavamo foste impegnata”, perché certo non le poteva dire che la credevano morta stecchita da decenni. “Certo che ero impegnata”, disse la vecchiaccia sedendosi al posto che intanto le avevano apparecchiato in tutta fretta accanto alla fata più giovane, “ma per una festa così un po' di tempo lo si trova sempre.” E così la vecchia fata venne tardivamente invitata alla festa, ma ormai non c'erano più cofanetti omaggio. “Però”, si scusò la regina, “ve ne faremo fare uno e ve lo manderemo al vostro castello al più presto.” La vecchia fata borbottò: “Bah!”, e poi continuò a borbottare accidenti e imprecazioni per tutta la durata del pranzo, e la fata giovane tese le orecchie perché la vecchia matriarca pareva decisamente contrariata e sicuramente stava meditando vendetta. Per questo quando il pranzo finì e giunse il momento che le fate offrissero i loro doni alla Principessina, la fata giovane si tenne in disparte e decise di agire per ultima. Anche se avrebbe dovuto essere la prima, perché l'ordine procedeva dalla meno importante alla più importante, ovvero dalla più giovane alla più anziana. Le altre fate regalarono alla Principessina cose come una gran bellezza, l'abilità nel canto, la bravura nella danza e così via. Quando giunse il turno della fata vecchia lei si schiarì la voce e poi disse, colma di acidità: “Sì, le mie giovani colleghe hanno ragione. La Principessina crescerà davvero bella come non mai, intonata, intelligente eccetera. Purtroppo, però, quando compirà sedici anni ella si trafiggerà la mano sul fuso di un arcolaio e morirà. E la prossima volta imparate a non invitarmi alle feste.” Detto questo, se ne andò borbottando insulti e lasciando tutti più sbigottiti e costernati che mai. “Non temete”, si fece avanti la fata giovane quando la vecchia se ne fu andata, “Io non ho ancora consegnato il mio dono, le speranze non sono tutte perdute.” “Tu puoi disfare il dono della fata vecchia?”, disse la regina, speranzosa. “Purtroppo no”, si rammaricò la fata giovane, “ma posso cambiarlo. Vedete, la Principessina si trafiggerà davvero la mano su un fuso. Però non morirà. Invece si addormenterà per cent'anni. Dopo cent'anni giungerà qui un Principe giovane e bello che la bacerà, risvegliandola.” Meglio che niente, pensò il re. Ma siccome lui preferiva che la sciagurata profezia non si verificasse affatto, fece bruciare tutti i fusi e tutti gli arcolai del regno e sancì gravi pene per chiunque fosse stato scoperto in possesso degli strumenti maledetti. Il tempo passò e la Principessa crebbe in grazia e bellezza. Sedici anni dopo capitò che il re e la regina fossero fuori da amici (o da qualche parte, insomma non c'erano). La Principessa si annoiava e decise di mettersi a esplorare il castello. Giunse così in una vecchia torre, forse la più antica di tutto il fabbricato, e vi si arrampicò. In cima alla torre c'era una stanza, e in questa stanza c'era una vecchiarella che filava la lana seduta a un arcolaio. Lo so che cosa state pensando: “Ma come, dopo tutto il trambusto che il re ha fatto per sbarazzarsi degli arcolai di tutto il regno, ora vien fuori che ce n'è rimasto uno proprio a casa sua?” E so anche che starete sospettando della vecchiarella, e devo smentirvi: la poverina non era la vecchia fata, e non era neppure in combutta con lei, anche perché la vecchia fata probabilmente era poi morta per davvero. E comunque non compare più nella storia. La vecchiarella, invece, era semplicemente molto anziana e un po' dura d'orecchie, aveva sempre lavorato all'arcolaio e non si era mai accorta che gli arcolai erano vietatissimi da sedici anni. Non sapeva neppure chi fosse quella bella signorina che era appena entrata nella stanza. In fin dei conti era una serva, e le serve non fanno vita di corte. Insomma, era un po' come me: ignorava qualcosa che tutti gli altri sapevano. A ogni modo, la Principessa quell'aggeggio non l'aveva mai visto prima e la cosa la incuriosiva molto. “Nonnina, cos'è che stai facendo?”, domandò, stupita e sorridente. “Filo la lana con l'arcolaio, figliola”, rispose la vecchiarella, a sua volta stupita per tanta ignoranza. Come io rimango stupita quando sento i ragazzini dire che non conoscono i Beatles. “Sembra divertente, posso provare anch'io?”, disse la Principessa allungando la mano verso il fuso. Ma l'ebbe appena sfiorato che si trafisse la mano con l'estremità puntuta dell'arnese, e crollò in terra. La povera vecchiarella pensò fosse morta, quindi si mise a strillare e svenne, e accorsero un sacco di damigelle, e tutti capirono che la profezia si era compiuta. La vecchiarella, saputo quel che era successo, non riusciva a darsi pace. Piangeva e strillava: “Non ne sapevo niente. Non ne sapevo niente. Non è colpa mia.” Il re e la regina, che intanto erano stati richiamati a casa, non se la sentirono di infierire su di lei: “Non ti preoccupare, nonnina”, le dissero, “lo sappiamo che tu sei innocente. Non si poteva fare nulla contro la maledizione della fata. Così doveva essere e così è stato.” Ma la Principessa non era morta, era solo addormentata. Respirava regolarmente, il suo incarnato era roseo, le labbra increspate in un sorriso. Forse faceva addirittura bei sogni. Arrivò anche la fata giovane, che organizzò tutta la faccenda. La Principessa venne fatta vestire col suo abito più bello e adagiata in una camera da letto comoda e confortevole. “Quando si sveglierà, fra cent'anni, non è bene che si ritrovi da sola”, disse la fata. E così fece magicamente addormentare dame, cavalieri, servi, cuochi e mezza corte. Il re e la regina baciarono per l'ultima volta la figlia, se ne andarono in un altro castello e di lì continuarono a governare. Quando tutti i non dormienti se ne furono andati, la fata circondò il castello con una fitta foresta di rovi, affinché nessuno, a parte il prescelto, potesse entrarvi. Trascorsero cento anni. Il ricordo della Principessa addormentata passò dalla storia alla leggenda. Quasi nessuno ormai sapeva cosa si celasse in quella fitta foresta inaccessibile. Il che mi pare strano, perché cent'anni non è poi così tanto. Poi penso che ora ci sono un mucchio di giovani che non hanno mai sentito nominare i Beatles, che sono più recenti di un secolo, e non mi pare più tanto strano. La foresta celava tutto, e solo da molto lontano era possibile intravedere le cime delle torri più alte svettare tra gli alberi. Cent'anni dopo, appunto, capitò che un Principe di un regno vicino si trovò a girellare da quelle parti, impegnato in una battuta di caccia. E da lontano vide proprio le cime di quelle torri. Ma una volta avvicinatosi vide solo foresta e, incuriosito, cominciò a chiedere lumi. Nessuno seppe dirgli nulla. C'era chi diceva che nella foresta vivesse un gigante, chi pensava ci fosse un castello infestato da fantasmi e vampiri, chi riteneva ci fosse un drago a guardia di un tesoro e così via. Solo un guardacaccia molto anziano disse che suo nonno gli aveva raccontato che lì c'era un palazzo in cui dormiva una bella principessa. Però questo non poteva affermarlo nessuno con certezza, perché nessuno era mai riuscito a penetrare la foresta di rovi, e chi ci aveva provato non era mai più tornato indietro per raccontarlo. La minaccia non spaventò il Principe che, anzi, si sentiva assai sicuro di sé. Ma quale non fu il suo stupore quando, mentre si apprestava a combattere con la forza per farsi strada tra la selva, vide i rovi farsi da parte e lasciarlo passare. Perché lui era il prescelto. Stupito, il Principe s'incamminò per quell'improvviso sentiero, e dopo un po' si voltò per chiamare il suo seguito, ma si accorse che la foresta gli si era richiusa alle spalle lasciando passare solo lui. Andò avanti e arrivò a un magnifico castello. Le guardie addormentate davanti al portone lo lasciarono passare. Dentro il castello le sale erano piene di gente addormentata, dappertutto: per terra, sulle sedie, appoggiata ai muri. Era una visione spettrale, sarebbero sembrati tutti morti se non fosse stato per il fatto che respiravano. Anzi, qualcuno addirittura russava, e anche sonoramente. Il Principe giunse in una stanza da letto e qui, distesa sotto un baldacchino, dormiva una bellissima Principessa. Il Principe sorrise, perché aveva la netta sensazione di conoscerla già, quella fanciulla. Ecco perché si chinò verso di lei e la baciò. E a quel bacio la Principessa si svegliò. Illustrazione di Walter Crane “Nooo, ancora cinque minuti”, disse voltandosi sull'altro fianco. ...non è vero, non disse così, anche se sarebbe stato bello. Invece salutò il Principe, riconoscendolo. Perché dovete sapere che la fata giovane aveva fatto sì che da almeno un paio d'anni il Principe e la Principessa si sognassero vicendevolmente. Perciò adesso non fu come se s'incontrassero per la prima volta. Insomma, loro un po' già si conoscevano, e sicuramente già erano innamorati tra di loro. E perciò quando la Principessa si svegliò i due giovani cominciarono a parlarsi, e baciarsi, e baciarsi e parlarsi, e parevano non finirla più. Ma intanto s'era svegliato anche il resto della corte, che aveva ripreso a lavorare come nulla fosse. Così poco dopo giunsero dei servi a chiamare i Principi perché la cena era pronta. La Principessa si alzò dal letto, e il Principe non poté fare a meno di notare che portava abiti veramente fuori moda. “È vestita come mia nonna”, pensò. Ma poiché la Principessa era giovane e bella, e vestiti di quella foggia stavano meglio a lei che alla sua nonnina, decise di non dirle nulla. Quella sera ci fu gran festa e ben presto il Principe e la Principessa convolarono a giuste nozze. E a questo punto voi penserete che vissero per sempre felici e contenti. Invece no, perché la storia non finisce qui. Il Principe si fermò qualche giorno con la Principessa, poi fece armi e bagagli e se ne tornò al castello. Quando mamma e papà gli chiesero dove fosse stato tutto quel tempo, lui rispose che si era perso ed era stato un po' ospite di un guardacaccia. Almeno una volta al mese, però, il Principe tornava dalla Principessa e si fermava con lei per qualche giorno. E tutte le volte in casa raccontava la stessa storia. Il re suo padre gli credeva, e perché non avrebbe dovuto? Ma la sua mamma era sospettosa e tutte le volte gli faceva un vero e proprio terzo grado per scoprire dove andasse. Insomma, era ormai due anni che ogni mese il Principe spariva per giornate e nottate di fila, con la scusa della caccia. Era evidente che stava nascondendo qualcosa. Il suo cuore di mamma glielo diceva. Ma vedete, il Principe aveva i suoi buoni motivi per non volerle dire nulla. Il punto è che in quei due anni lui e la Principessa avevano avuto due bambini: un maschietto di nome Giorno e una femminuccia di nome Mattina. E purtroppo la mamma del Principe era un'orchessa, e si sa che gli orchi hanno un debole per la carne umana, soprattutto per quella dei bambini. Ora, la mamma del Principe diceva di essersi ravveduta e di aver smesso con questa dieta, per così dire, e sicuramente stava facendo grossi sforzi per contenersi. Però era anche vero che un conto è resistere a una tentazione lontana, un conto è resisterle quando ce l'hai sotto il naso tutto il giorno. Insomma, era da un paio d'anni che le cose andavano così, quando il re padre del Principe morì e il Principe divenne Re. Quindi alla fine decise di raccontare tutto alla Regina Madre, anche perché era tempo ormai che portasse in casa, ovvero al castello, la moglie e i figlioletti. Lo fece, e per un po' tutto parve andare per il meglio. Trascorsero così quattro o cinque anni (il numero preciso non lo so). Ma un brutto giorno scoppiò la guerra e il re fu costretto a partire. I giorni passavano, e la Regina Madre vedeva i nipotini giocarle attorno, sempre più allettanti, sempre più simili, nella sua mente, a squisite pietanze che a umanini sangue del suo sangue. Un giorno che vide la piccola Mattina che correva e rideva con quei braccini cicciottelli con le fossette, non resistette più. Chiamò il capocuoco e gli disse: “Senti un po', ho deciso che stasera per cena mi mangio la mia nipotina in umido con quelle belle salsine che fai tu. Vedi un po' di macellarla e cucinarmela per bene.” “Ma... maestà”, protestò il pover'uomo, “Non si può cucinare una bambina!” “Come osi protestare?”, s'infuriò la Regina Madre, “Fai come ti dico o ti faccio ammazzare.” Il capocuoco era veramente angosciato, ma alla fine prese una decisione. Andò a prendere la piccola Mattina e la portò dalla moglie, con la quale viveva in un cottage fuori dal castello. La moglie vestì la piccola da contadinella e la nascose, e il capocuoco cucinò invece un agnellino in umido, servendolo in modo tale che la Regina Madre non si accorse che non era un bambino. Anzi, lo gustò con gioia e alla fine si disse molto soddisfatta. Passò un po' di tempo, ma alla fine alla Regina Madre tornò voglia di carne di bambino. E nel vedere il piccolo Giorno così roseo e cicciottello non resistette più e mandò a chiamare il capocuoco e gli disse: “Senti un po', ho deciso che stasera per cena mi mangio il mio nipotino in umido con quelle belle salsine che fai tu. Vedi un po' di macellarlo e cucinarmelo per bene.” “Ma... maestà”, protestò il pover'uomo, “Non si può cucinare un bambino!” “Come osi protestare?”, s'infuriò la Regina Madre, “Fai come ti dico o ti faccio ammazzare.” Il capocuoco era nuovamente angosciato, ma alla fine prese una decisione, la stessa di prima. Andò a prendere il piccolo Giorno e lo portò dalla moglie, che vestì il bambino da contadino e lo nascose, e il capocuoco cucinò invece un capretto in umido, servendolo in modo tale che la Regina Madre non si accorse che non era un bambino. Anzi, lo gustò con gioia e alla fine si disse molto soddisfatta. Insomma, come prima. Passò altro tempo, e la povera Bella Addormentata non faceva che piangere perché era sicura che i suoi bimbi fossero morti. A forza di vederla così affranta, indifesa e appetitosa, alla Regina Madre tornò l'acquolina in bocca, e alla fine chiamò il capocuoco: “Senti un po', bel tomo”, gli disse, “M'è venuta tanta voglia di mangiarmi mia nuora a cena. Vedi un po' di macellarla e cucinarmela a puntino come sai fare tu.” Il povero capocuoco neanche ebbe più forza di protestare. Invece sospirò e andò dalla Giovane Regina a dirle quali erano gli ordini dell'Orchessa Madre. “Ah, è dunque questa la fine che hanno fatto i miei bambini!”, disse la Bella Addormentata nel Bosco, che ormai era tanto affranta che non aveva neppure più lacrime da versare, “Allora forza, esegui i tuoi ordini e fa' alla svelta. Perlomeno se muoio, potrò rivedere i miei figlioletti.” “No, maestà”, protestò il capocuoco, “non avete capito. Qui nessuno finirà in pentola. Piuttosto, prendete le vostre cose, indossate il mantello e seguitemi.” E il capocuoco portò la Bella Addormentata nel cottage da sua moglie, e gli mostrò i suoi figli sani e salvi, e le raccontò come li avesse nascosti servendo, al loro posto, un agnello e un capretto. La Bella Addormentata era sopraffatta dalla gioia, non faceva che abbracciare e baciare i suoi bambini e ringraziare il capocuoco e sua moglie. Poi si vestì anche lei da contadina, e rimase nel cottage. Il capocuoco stavolta non sapeva come ingannare la Regina Orchessa, perché serviva una bestia piuttosto grossa per sostituire la Bella Addormentata. Alla fine le cucinò una giovane vacca in spezzatino, e tanto fece, tanto la preparò, che la Regina Madre non s'accorse che non era una donna, ma se la mangiò tutta con grande soddisfazione. Non si preoccupava di che avrebbe pensato il Re suo figlio al suo ritorno, perché aveva già deciso che gli avrebbe raccontato che la moglie e i figli erano stati divorati dai lupi. E qui guai a chi fa battutine per la similitudine tra la Bella Addormentata e una giovane vacca! Passò dell'altro tempo, e un giorno la Regina Orchessa fece una passeggiata fuori dal castello e, per caso, passò di fianco al cottage del capocuoco. “Che strano”, si disse annusando l'aria, “mi par di sentire profumo di bambino. Eppure il capocuoco non ha figli.” Ma non c'erano dubbi, nell'aria c'era proprio un invitante aroma di bimbo. E non solo, si sentivano anche certe vocine appetitose... L'Orchessa Madre si affacciò e vide... orrore orrore! Nel cottage del capocuoco c'erano la nuora e i nipotini, vivi e vegeti e in salute. Quindi il capocuoco le aveva mentito. “Tradimento!”, gridò la Regina Madre, “Sono stata ingannata! Vendetta, vendetta!” Infuriata, condannò a morte tutti i traditori. La nuora e i nipoti, e anche il capocuoco e sua moglie. Il mattino dopo al centro del cortile del castello venne sistemata una grande vasca piena di rospi, aspidi, vipere e altre bestie velenose. Poi vennero condotti i cinque condannati, legati e in lacrime. Ma proprio quando gli sventurati stavano per essere gettati nella vasca, arrivò il Re, perché intanto la guerra era finita. “Che succede qui?”, domandò il Re, infuriato, “Cos'è questa storia? Cos'è quest'orrore?” La Regina Orchessa fu tanto contrariata per l'interruzione, e per la figura che faceva davanti al figlio, che per la disperazione si gettò a capofitto nella vasca e le bestie velenose se la mangiarono. Il Re ne fu affranto, perché in fondo la Regina Orchessa era pur sempre sua mamma. Ma alla fine se ne fece una ragione e visse per sempre con la Bella Addormentata e coi figlioli felice e contento. Ora sì che è finita!
Questo castello è talmente bello e magico da aver ispirato alcune delle favole per bambini più famose attrazioni Francia
Qualche mese fa, il mondo del web si è scatenato contro una signora inglese che aveva chiesto la messa al bando (nella scuola del figlio) della celebre favola La Bella Addormentata nel Bosco, perché il bacio dolcemente posato sulle labbra della principessa, che non poteva esprimere il suo gradimento perché dormiva, era da considerarsi una molestia sessuale. I commenti degli utenti, sarcastici o meno, non si sono fatti attendere, eppure la signora inglese, inconsapevolmente, aveva pienamente ragione: il Principe Azzurro non era solo un molestatore, ma addirittura uno stupratore Immagine Walt Disney La Bella Addormentata nel Bosco è una fiaba tradizionale raccontata da Charles Perrault e dai Fratelli Grimm, che si ispirarono a uno dei 50 racconti che compongono Il Pentamerone di Giambattista Basile. L’opera, definita da Benedetto Croce “il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari” uscì postuma tra il 1634 e il 1636. Illustrazione di Franz von Bayros per Il Pentamerone Non bisogna farsi ingannare (come accadde a Jakob Grimm) dal titolo originale “Lo Cunto de li Cunti overo lo trattenemiento de’ peccerille”: il libro è rivolto a uomini di lettere, in grado di comprendere i doppi sensi e le invettive nascoste nella prosa barocca che improvvisamente si stempera in una colorita parlata popolare. Non poteva certo essere rivolta ad orecchie infantili la storia che poi ispirò La bella Addormentata nel Bosco: Sole, Luna e Talia. La fiaba riprese una serie di racconti popolari che affondavano le radici in epoca già sicuramente medievale, come accadde per "Cappuccetto Rosso" o "Il Pifferaio Magico" (in particolare la leggenda di Zellandine e Troylus) ma Basile fu il primo a comporla sotto la moderna forma di fiaba. Henry Meynell Rheam - La bella addormentata La protagonista della storia di Basile è una ragazza chiamata Talia, figlia di un “gran signore”, che cade come morta a causa di una “lisca di lino” che le si infila sotto un’unghia. Il padre disperato accomoda la figlia su “una poltrona di velluto, sotto un baldacchino di broccato”, poi abbandona per sempre quel luogo sventurato. Un re, che stava cacciando da quelle parti, un giorno entra nel palazzo e gira per le stanze finché arriva alla camera dove giace Talia. A onor del vero, il re cerca di svegliarla, ma pur non riuscendoci si accese per la sua bellezza, la prese fra le braccia e la portò su un letto dove colse il frutto del suo amore Dopo nove mesi nascono due gemelli, che cercando il seno materno succhiano invece il dito della madre, facendo così uscire la lisca di lino. Talia si sveglia e si ritrova madre, felice anche se non sa cosa sia successo. Intanto il re si ricorda di lei e torna al palazzo, dove trascorre qualche giorno in compagnia sua e dei due bambini, che chiama Sole e Luna. La legittima consorte del re si insospettisce per la prolungata assenza del marito, e soprattutto per il suo continuo nominare Talia, Sole e Luna. Quando scopre la verità, rivelata da un servo, la donna fa in modo che i bambini siano portati alla reggia, dove ordina al cuoco di scannarli e poi di cucinarli per il marito. Non contenta, la regina manda a chiamare anche Talia, che vuole punire per l’inconsapevole adulterio, bruciandola in “un grande fuoco”. Non fa in tempo, perché arriva il marito, che apprende dalla donna di aver mangiato i propri stessi figli. Anche se in preda alla disperazione, il re ordina che la malvagia donna sia gettata nel fuoco insieme al servo scellerato e al cuoco. In realtà, il fedele cuoco aveva cucinato due agnellini al posto dei bambini, che vengono portati alla presenza del padre e di Talia. I due si sposano e vivono una lunga vita insieme… Edward Frederick Brewtnall - La bella addormentata I delicati temi trattati nel racconto (stupro, adulterio, vendetta) sono evidentemente non adatti a un pubblico infantile, e in qualche modo raccapriccianti se letti con l’odierna sensibilità verso le molestie sessuali. Tuttavia, il racconto si può leggere anche in chiave diversa: Basile legittima un’unione tra una donna e un uomo che una moglie ce l’aveva già, mentre prospetta la possibilità che matrimonio e maternità non rappresentino necessariamente il passaggio verso l’età adulta: il sonno di Talia diventa simbolo di un tempo d’attesa, quello necessario a diventare donna. Purtroppo, allora come oggi, c’è sempre qualcuno cui non piace aspettare… Va da sé che, per quanto poetica e romantica, la versione raccontata dalle industrie Disney sia decisamente "romanzata" rispetto ai temi originali affrontati anche dai Grimm e da Perrault.
Il lato oscuro delle favole: i veri finali prima della Disney. Quasi tutti i cartoni Disney che conosciamo, hanno un finale della serie: “e vissero felici e contenti”, ma in origine non erano per niente a lieto fine anzi, spesso non mancavano dettagli veramente cruenti.
Se devo associare un movimento artistico all'autunno direi senz'altro la Confraternita dei Preraffaelliti.Fondata da Dante Gabriel Rossetti assieme a John Everett Millais, William Hunt e Ford Maddox Brown nel settembre 1848.