Amare, consolare, incoraggiare, o semplicemente divertire. A volte sembra che le nostre parole non siano sufficienti a riempire i sentimenti e così ci affidiamo a quelle degli altri. Siano essi scrittori, poeti, registi, attori e persino fumetti. La sensazione è che niente più di quelle parole es
Descrizione contenuto Il poeta Beckett? Non amava le sue poesie
Lettura della produzione poetica di Marco Tornar (nome d'arte del pescarese Enrico Ciancetta), nato nel 1960 e morto nel 2015
Prime edizioni del Novecento autografate: Umberto Saba - Il canzoniere - 1921
Victor Hugo by Etienne Carjat 1876. Victor Marie Hugo was a French poet, novelist, and dramatist of the Romantic movement. Hugo is considered to be one of the greatest and best-known French writers. Wikipedia
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Un passeggiatore solitario di W.G Sebald è un libricino di poco più di 60 pagine che tratteggia uno degli scrittori più inafferrabili della letteratura: Robert Walser
Giacomo Leopardi
DELIO TESSA NAVILI Essus quella trombetta! Nanca pu sul fa della mattina poss dormì, d'ora in ora l'è chi come ona sveja... me sera giust carpiaa, voltava via pena, pena on'ideja e... tracch... quella trombetta besiosa! Tucc riven chi... la tosa che se galena... el páder che se spara... ah, caro ti... el tombon... viva el tombon de San March... viva i temp d'Ara-Bell'Ara! ...Te dormet eh... te dormet... impastada de sogn te see... de quand t'ho congnossuda, semper insormentida te see stada... ...anca a vess dessedada, anca a avella vedüda la vita come mi... ah quell fass stringa della ghirba a tirà sira... párlomen minga!! NAVIGLIO – E dài con quella trombetta! Neanche più / sul far del mattino posso dormire, / d’ora in ora è qui come una sveglia… / mi ero appena appisolato, mi ero voltato / appena, appena un po’ / e… tracch… quella trombetta rabbiosa! // Arrivano tutti qua… la ragazza / che si avvelena… il padre che si spara… / ah, caro te… il Tombone… viva il Tombone / di San Marco, viva i tempi di una volta! // Dormi eh… dormi… impastata / di sogni sei… da quando ti ho conosciuta, / sempre pigra sei stata… / … anche ad essere svegliata, / anche ad averla vista / la vita come me… ah quel logorarsi / la vita per tirare / la sera! Non ne parliamo!! (da Poesie nuove ed ultime, 1947) . È il Naviglio a parlare in questa poesia del milanese Delio Tessa. Il dialetto meneghino è però il vero protagonista dell’opera di Tessa, che fu avvocato e Giudice Conciliatore: il linguaggio popolare dà varietà e ricchezza allo stile, infondendo spontaneità e mordente ai versi. E dunque il Naviglio, stanco e accaldato in una notte di luglio, non riesce a dormire: sulle sue rive è un continuo giungere di autoambulanze che portano al Pronto Soccorso gli sventurati stanchi della vita. C’è la ragazza che si è avvelenata, il padre di famiglia che si è sparato. Con una punta d’amarezza, il Naviglio rimpiange i bei tempi in cui non era stato ancora coperto il Tombone di San Marco, il punto cittadino in cui le acque erano più profonde e dove si gettavano i suicidi, proprio a fianco dell’omonima chiesa, nel quartiere di Brera. E allora si rivolge all’acqua che scorre lenta e pigra: a che gioverebbe svegliarsi, vedere la vita? A Delio Tessa è dedicata una via di Milano, i pochi passi che da Corso Garibaldi portano alla chiesa di San Simpliciano. Il Tombone di San Marco – è quasi inutile dirlo – è lì a poche centinaia di metri… . Milano, il Naviglio Grande – fotografia © Giustino . * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * LA FRASE DEL GIORNO Le più belle, le più efficaci parole rimangono, se ne vanno le altre. Il popolo non teme i neologismi; li ama, li cerca, li forma. Una lingua senza nuovi apporti è un organismo che vive di cellule morte. DELIO TESSA Delio Tessa (Milano, 18 novembre 1886 – 21 settembre 1939), scrittore e poeta italiano. La sua poesia, sul tronco della tradizione milanese innesta spiriti e modi di tutt'altra origine, decadente ed espressionista, portando ogni elemento di psicologia popolare, di cronaca o colore locale a lievitare in atmosfere rarefatte e allucinanti.
La celebre foto realizzata da Etienne Carjat al giovanissimo Rimbaud, colorizzata con tecnologie moderne La breve vita del grande Arthur Rimbaud (solo 37 anni), uno dei più grandi geni della letteratura di tutti i tempi, è costellata di episodi "scandalosi", che testimoniano il carattere difficile, umbratile, bipolare si direbbe oggi, del "ragazzo dalle suole di vento", destinato a diventare un mito. Uno dei meno conosciuti è forse quello che risale al 2 marzo 1872, quando il poeta aveva solo 18 anni, ma stava già conquistandosi, a furia di scorribande, furibonde letture, e provocazioni, un suo posto nella scena letteraria parigina. L'incresciosa scena avvenne durante un pranzo dei “Vilains Bonshommes”, nella stessa rivendita di vino in cui Rimbaud cinque mesi prima aveva stupito un gruppo di poeti già affermati o in odore di notorietà, con le sue straordinarie poesie. Questa volta tra i poeti c'era perfino il grande Mallarmé, e a quanto risulta, fu probabilmente l'unica volta che Rimbaud e Mallarmè si incontrarono, durante le loro vite. Al termine del pranzo c’era l’abitudine che i commensali leggessero i loro versi. Come al solito, i poeti più noiosi si prendevano più tempo. Rimbaud scalpitava e si mordeva la lingua, reso forse anche più intollerante da abbondanti dosi di alcol. Venne il turno di August Creissels, un poeta mediocre, che si alzò e cominciò a recitare il suo “Sonnet du Combat”, un poemetto che sembra fosse piuttosto imbarazzante, qualitativamente. Rimbaud cominciò ad aggiungere una parola alla fine di ogni verso: “Sottoposta questa legge, la terzina in uniforme” – e Rimbaud dice: “merde!” “Sta austera e inflessibile al suo posto designato” – e Rimbaud dice: “merde!” Ad un certo punto il poeta-fotografo Etienne Carjat - che aveva già fotografato nel suo studio Rimbaud, giovanissimo - intimò a Rimbaud di smetterla, chiamandolo “piccolo rospo”. Rimbaud, raggiunto alle spalle da Verlaine, afferrò il bastone da stocco dell’amico (all’interno del bastone c’era una vera e propra lama) e la affondò verso Carjat, sfiorandogli la mano. Rimbaud venne disarmato, sollevato in aria da Carjat stesso, e scaraventato fuori. Arthur però attese pazientemente all’esterno il termine delle letture, e quando Carjat uscì gli si parò davanti all’improvviso e lo trafisse allo stomaco con lo stesso bastone-spada. Per fortuna la ferita fu di poco conto, ma Carjat si infuriò a tal punto da distruggere i negativi delle due foto che aveva fatto a Rimbaud. Per fortuna le foto si salvarono lo stesso e - essendo praticamente le uniche esistenti del poeta - sono diventate nel tempo vere e proprie icone. L’altro risultato fu ovviamente l’espulsione di Rimbaud dal gruppo dei “Vilains Bonshommes”. Purtroppo non conosciamo la reazione di Mallarmé alla scena a cui gli capitò di assistere. Ma forse non è difficile immaginarlo, visto il carattere del tutto dissimile, di quello che è stato ed è venerato come il padre del simbolismo poetico francese. Fabrizio Falconi - 2022
Amare, consolare, incoraggiare, o semplicemente divertire. A volte sembra che le nostre parole non siano sufficienti a riempire i sentimenti e così ci affidiamo a quelle degli altri. Siano essi scrittori, poeti, registi, attori e persino fumetti. La sensazione è che niente più di quelle parole es
Il porto sepolto (e insepolto) di Giuseppe Ungaretti è una delle sue poesie eterne. Brevità, verticalità, versi liberi. Analisi e commento
John Steinbeck Apologies for the delay in posting I have been in the midst of an existential angst. OK so I am lying, work has gone mad but I have been having a bit of a moment of clarity that then lead to a bit of a dip in confidence. I was reading this post on Letters of Note, a letter that John Steinbeck sent to his creative writing tutor at University. These following paragraphs, referring to short story writing, suddenly made alarms go off in my head. “The basic rule you gave us was simple and heartbreaking. A story to be effective had to convey something from writer to reader and the power of its offering was the measure of its excellence. Outside of that, you said, there were no rules. A story could be about anything and could use any means and technique at all—so long as it was effective. As a subhead to this rule, you maintained that it seemed to be necessary for the writer to know what he wanted to say, in short, what he was talking about. As an exercise we were to try reducing the meat of a story to one sentence, for only then could we know it well enough to enlarge it to three or six or ten thousand words.” Although this refers to short story writing it can apply to all writing. I’ve read this rule before, in many different forms, but this time was different. Instead of understanding it intellectually, I suddenly understood it emotionally. Something had always niggled me about ‘The Stone Voice’, that fact that I could never explain it in one sentence. And here was why, I didn’t know or didn’t want to choose what the story was REALLY about. Leaving the story a bit fluffy round the edges, unfocused and lacking meat. This is all great, fantastic. More work but great. Or not… because actually I still don’t know what I want the story to be about. I’ve put the story in a virtual drawer for the moment and working on other things. Interestingly I have managed to distil the next story down to one sentence… Onwards and upwards! Come back on Sunday to hear from Susanna
Anche quest'anno ho deciso di farvi i miei auguri per questa festa, con una poesia e ho scelto "La Befana" di Giovanni Pascoli. (immagine pr...
Famed author bantered with admiring reporters in 1933 in first trip here in 19 years.
Charles Dickens nacque a Portsmouth il 7 Febbraio 1812. Fu il secondo degli otto figli di John Dickens, un impiegato nell'ufficio stipendi della Marina britannica e Elisabeth Borrow. Il lavoro del padre lo portava spesso a cambiare città e Charles trascorse la sua prima infanzia tra Portsmounth, Londra e Chatham. Gli anni trascorsi a Chatham furono felici e Charles frequentò la scuola battista, apprezzato e stimato dal suo giovane insegnante. Nel 1823 la famiglia si trasferì a Londra, dove fu costretta a fare i conti con dei gravi problemi economici e per risolvere i quali chiese aiuto ad un parente della signora Dickens, che possedeva una fabbrica di lucido per scarpe. Due giorni prima del suo dodicesimo compleanno Charles cominciò a lavorare nella fabbrica a Hungerford Stairs, etichettando i flaconi del lucido per soli sei scellini a settimana. Appena prima John fu arrestato per debiti e presto l'intera famiglia, eccetto Charles che aveva trovato un alloggio, si trasferì nella Marshalsea Debtors' Prison. Dopo tre mesi John fu scarcerato poichè si proclamò Debitore Insolvente e dopo alcune settimane ritirò Charles dal lavoro e gli permise di continuare gli studi. All'età di quindici anni Charles iniziò a lavorare per uno studio legale ma otto mesi dopo, sentendo questo lavoro estraneo dalle sue aspirazioni diventò reporter freelance nella corte dei Commons. Nel 1830 si innamorò di Maria Beadnell, la figlia di un banchiere ma nel 1833 la relazione terminò. Durante questo periodo diventò un reporter parlamentare e si meritò una buona reputazione grazie al suo talento. Nel 1834 fu associato al Morning Chronical dove pubblicò la sua prima opera con lo speudonimo di Boz dal titolo Sketches by Boz. La sua fama sempre più crescente portò Chapman and Hall a pubblicare Pickwick Papers, che riscosse un enorme successo. Nel 1837 pubblica Oliver Twist e nel 1838-39 Nicholas Nickleby e nel 1840 The Old Curiosity Shop che raggiunse le 100.000 copie. Dopo aver terminato Barnaby Rudge nel 1841 Dickens con la moglie partì per gli Stati Uniti ma ne tornò profondamente deluso tanto da scrivere la sua esperienza in American notes. La prima battuta d'arresto avvenne quando Martin Chuzzlewit (1843-4) non ottenne lo straordinario successo dei suoi predecessori, nonostante avesse già inaugurato la trionfante serie Christmas Book con A Christmas Carol (1843). Decise allora di viaggiare e si recò in Italia (1844-45) poi in Svizzera e a Parigi (1846). Nel 1846 iniziò una serie di romanzi più accurati e impegnati come Dombey and Son (1846) e David Copperfield (1849), in cui esplora la sua infanzia ed adolescenza. Nel 1850 accrebbe il suo interesse per la denuncia sociale tanto da fondare Household Words, una rivista settimanale in cui combinava intrattenimento a scopi sociali. Sono di questi anni All the year Round. Bleak House (1852), Hard Times (1854) e Little Dorrit (1855), che esponeva la denuncia di Dickens al governo per la guerra di Crimea. Nel 1858 si separò dalla moglie e cominciò a frequentare l'attrice Ellen Ternan, la quale divenne presto la sua amante. Si trasferì in Kent a Gad's Hill, vicino alla sua casa d'infanzia di Chatham. Qui scrive gli ultimi suoi romanzi A tale of two cities (1859), Great Expectations (1860) e Mutual Friend (1864-5). A partire dal 1860 la sua salute cominciò a peggiorare tanto che il suo ultimo romanzo Edwin Drood (1870) non fu mai completato. Fu stroncato da un ictus a Gad's Hill l'8 giugno 1870 e morì il giorno seguente. Fu seppellito nel Poets' Corner dell'Abbazia di Westminster
“When I got to the sixth veil, I went over to the Shiva statue, simulated an orgasm, and cast myself to the ground while removing the seventh and final veil."
Prima di togliersi la vita, Cesare Pavese conobbe e si innamorò della giovane Romilda Bollati detta Pierina a cui dedicò una lettera d'amore da brividi
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