Alcuni autori antichi o suoi contemporanei come Senofane, Eraclito ed Erodoto ci danno testimonianze tali da far pensare alla esistenza storica di Pitagora, pur se inserita nella tradizione leggendaria. Secondo queste fonti Pitagora nacque nella prima metà del VI sec. a.C. nell’isola di Samo, dove fu scolaro di Ferecide e Anassimandro subendone l’influenza nel suo pensiero. Secondo alcune ricostr
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Only a survivor could paint such a true, horrific picture of life in a Nazi death camp. Elie’s autobiographical account of his experiences will send chills down your spine. This story will r…
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Freud forse aveva rivolto l’attenzione al sogno sbagliato per inseguire il desiderio di guarire queste patologie. Per quanto triste, lo definirei come un sognatore che non ha mai aperto gli o…
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Ci sono dipinti capaci di suggestionare e di lasciare con la curiosità di sapere chi siano i protagonisti e quale sia la loro storia. "La Goulue che arriva al Moulin Rouge" oggi conservato al MoMa di New York è uno di questi: Una donna con i capelli rossi, un nastrino nero al collo e un abito scollato fino a lasciare intravedere il seno, compare, in primo piano, quasi fosse colta in un’istantanea, sottobraccio a due donne vestite di nero, che sembrano farle da cornice. È la Gouloue, una ballerina; il pittore che la ritrae è Henri Toulouse Lautrec (1864-1901) (di lui ho parlato anche qui) Apparentemente i due non potrebbero essere più diversi: lui discende da una famiglia ricca e di antica nobiltà; lei, poverissima, ha fatto tutti i mestieri, prima di far fortuna come ballerina di cancan. Siamo a Parigi nel 1892, dove tutt'e due si sono trasferiti giovanissimi con il sogno di una vita diversa. E a Parigi si sono incontrati in un locale ai piedi della collina di Montmartre, dove, ai tavolini, tra fumo di sigari, odore di assenzio e di sudore, si mescolano aristocratici e popolani: il Moulin Rouge. Da quando è stato aperto, nel 1889, quel vecchio mulino riadattato a locale notturno, ha avuto un gran successo; proprio lì è nato il nuovo ballo, di cui si sente parlare dappertutto: il cancan. Ed è stato subito uno scandalo, alimentato da articoli sdegnati sui giornali e da qualche retata della Buoncostume. In un periodo, in cui la sola vista di una caviglia fa fremere d'emozione, non c'è da meravigliarsi se il pubblico accorra a frotte per vedere ballerine scollate mostrare, nella danza, le gambe inguainate in peccaminose calze nere. La Goulue è una di loro. Viene dalla miseria di una piccola cittadina dell'Alsazia, si chiama Louise Weber, ma l'hanno soprannominata la Goulue, l'ingorda, per il suo appetito insaziabile e per l'abitudine di bere gli avanzi dai bicchieri dei clienti. Eccentrica e sfacciata, si dice si diverta a far saltare, con un colpo di tacco, i cappelli a cilindro degli avventori più eleganti. E che non abbia soggezione di nessuno: le sue battute, tra ingenuo e malizioso, fanno il giro di tutta Parigi. Eppure, alla sua sfrontatezza si mescola spesso il candore di una bambina. Anche quando balla uno dei suoi cancan indiavolati e lancia la gamba in aria nella "spaccata", mantiene- come scrive un cronista- " il suo modo speciale di rialzare fino all'ombelico la sua veste di tulle con una grazia infantile". Quel misto di impudenza, di innocenza e di vitalità sembra fatto apposta per attirare uno dei frequentatori più assidui del locale: Toulouse Lautrec. Nato nel 1864, sarebbe diventato uno dei tanti aristocratici ufficiali di carriera se una debolezza genetica e un incidente non gli avessero lasciato una deformità fisica evidente: un busto normale e le gambe di un bambino. Arrivato a Parigi, una decina d'anni prima, si è sentito subito libero di dar corso alle sue passioni: una, ovviamente è la pittura, l’altra quella di vivere di notte, frequentando case chiuse, locali notturni o cabaret. Fino a diventare, lui "piccolo, piccolo e nero, nero", come lo definisce uno dei suoi amici, "l'anima di Montmartre". In quel mondo, che molti definiscono equivoco, si sente, accettato per quello che è senza compatimenti o commiserazioni. Lì dà sfogo alla sua voglia di dipingere, girando da un caffè all'altro, passando tutta la notte a bere, portando con sé il suo immancabile album da disegno. E ritraendo la gente che incontra: attori, cantanti, prostitute, senza critica sociale, né pregiudizi. Al Moulin Rouge si trova bene e si è subito affezionato alla Goulue, per la sua chioma rossa e- come gli piace dire- per "quel poco di bruttezza, che la salva dalla perfezione". Ironico, divertente, sempre pronto all'autoderisione, sa trattaria con quel misto di cameratismo e desiderio che a lei non dispiace e i due sono diventati amici. Tanto che l'ha scelta nel 1891 come protagonista del manifesto pubblicitario del Moulin Rouge, raffigurandola, su un fondo giallo, circondata da silhouette nere e accompagnata, in controluce, da un'altra gloria locale, un ballerino talmente dinoccolato da essere soprannominato Valentin le desossé. Grazie a questo manifesto, diffuso dappertutto, il Moulin rouge e la Goulue sono ormai noti in tutta Parigi. Ma anche Toulouse Lautrec, col suo stile derivato dalle stampe giapponesi, i suoi colori vivi, il suo tratto deciso, è diventato d’improvviso famoso. Quell'incontro improbabile sembra aver fatto bene a tutt'e due. E, ora, un anno dopo, il pittore ritrae ancora la sua ballerina. Ma, stavolta, nessuna pubblicità: è un ritratto più intimo, dove lascia emergere i sentimenti nascosti dietro la frenesia e l’allegria esibita del cancan, Semplificando le forme, stendendo un colore fluido, dove predominano i verdi contrapposti al rosa, al nero e all'arancio, fissa sulla tela, con il suo stile immediato e sintetico, un momento di malinconia e di amarezza. Probabilmente uno dei tanti che hanno condiviso. La Goulue sa bene che la sua fama di ballerina è destinata a durare poco. Altre più giovani e belle sono già pronte a rimpiazzarla, tanto che, qualche anno dopo, cercherà di rifarsi una carriera nel circo, prima di sprofondare nell'alcolismo e nella miseria. Ha poco più di vent'anni al tempo del ritratto, ma in quella sua espressione stanca e assente è come se portasse il peso di tutta una vita. "Non voglio dipingere il bello, voglio dipingere il vero": usava dire Toulouse Lautrec e, nel ritratto della sua compagna di tante notti folli e disperate, è riuscito a restituire alla Goulue, anzi a Louise Weber, la sua più profonda verità Toulouse Lautrec e la Gouloue in una foto d'epoca Per la vita della Goulue il link è qui Un sito completo sull'opera di Toulouse Lautrec è qui
Antologia minima: Marguerite Yourcenar - Memorie di Adriano (Incipit) - 1951
Dear Hesse followers, Finally my Hesse Blog has moved to an individual account. From now on, I will go on to post from the same URL: http://strangenewsfromanotherplanet.tumblr.com/ Please follow...