BRODO DI GIUGGIOLE LIQUORE LEGGERMENTE ALCOLICO Brodo di giuggiole liquore leggermente alcolico...le giuggiole sono un frutto tipico dell'autunno. Questa pianta è diffusa in poche regione italiane, come il Veneto, l'Emilia Romagna, la Toscana e le Marche. Un tempo ogni casa colonica ne aveva almeno una addossata alla loggia, rivolta a Sud sud- ovest, per ricevere…
Brodo di giuggiole è un modo di dire antico, ma anche un liquore ottimo da realizzare con le giuggiole, appunto, frutti autunnali dimenticati
La ricetta completa per preparare il brodo di giuggiole, una ricetta semplice e completa. Dal sapore dolce con retrogusto....
Sono anni che dall'albero di giuggiole che abbiamo in giardino, mi limito a cogliere qualche frutto da consumare al naturale. Ma dopo il post di Furfecchia sulle Giuggiole, ho aspettato con ansia che anche il nostro giuggiolaro cominciasse a dare i suoi frutti per provare qualcosa. Il primo esperimento è stato ovviamente il famoso "Brodo di Giuggiole": devo dire che è davvero dolce dolce, ed il detto calza a pennello. Non è poi liquoroso, se preparato secondo la ricetta proposta da EcoLibri nella raccolta "Torte, crostate, dolci, dolcetti e biscotti" della collana "Lassù dove l'aria è fresca", quindi adatto a tutti. Il poco alcool aggiunto con il vino, evapora prima di finire la cottura, quindi resta solo... il dolce. Mi chiedevo poi con cosa poter accompagnare qualcosa di così zuccherino, ed affidandomi alla tradizione, ho scelto i Zaleti, biscottini friabili a base di farina di mais che di solito si accompagnano a vini molto dolci come il Torcolato di Breganze o il Recioto di Gambellara. Preparazione Brodo di Giuggiole 500 gr di giuggiole 500 gr di acqua 500 gr di zucchero 500 gr di vino bianco (dolce) 1 limone 1 mela cotogna 200 gr di uva bianca dolceTogliere dalle giuggiole l'osso centrale e metterle a cuocere a fuoco bassissimo con acqua e zucchero per un'ora, coperto. Aggiungere quindi la mela a fette finissime, la scorza del limone e l'uva, aggiungendo poco alla volta il vino (che così andrà a sostituirsi all'acqua). Quando il sugo si andrà restringendo, quasi gelificando, togliere dal fuoco e filtrare. Far raffreddare prima di servire. Preparazione Zaleti 150 gr di fioretto (farina gialla macinata fine) 150 gr di farina "00" di grano tenero 2 grosse uova 1 pizzico di sale 80 gr di burro a temperatura ambiente 1 busta di vanillina 120 gr di zucchero 1 cucchiaino di lievito per dolci 1 pugno di uvetta passa (piccola) ammollata nella grappa (io ho usato pezzetti di giuggiole) Mescolare le farine ed impastare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo. Formare un salame, del diametro di circa 5/7 cm, coprire e mettere in frigo a riposare almeno 1 ora. Togliere dal frigo e tagliare a rondelle di circa 1/2 centimetro di spessore ed infornare su teglia (rivestita di carta da forno) a 180°C per 20-30 minuti. Il biscotto resterà, alla fine, compatto ma friabile, tipo frollino.
la marmellata di giuggiole, un frutto per molti sconosciuto ma di ottimo gusto; questa marmellata è arricchita anche con altri frutti
La giuggiola è un frutto tipico di questo periodo e in molti giardini, si possono ammirare piante cariche di questo frutto. A me piacciono un sacco e con questo frutto si fa un buon digestivo chiamato "Brodo di giuggiole". Oggi vi insegno la ricetta che imparai tanti anni fa da una cuoca di un locale dei Colli Euganei (Pd), una donna stupenda che sapeva fare di tutto e dalla quale ho imparato a fare più di una ricetta. Ingredienti: 800 gr di alcool (non quello disinfettante ma per liquori eh!), 500 gr di zucchero, 1 bacello di vaniglia, 400 gr di giuggiole. Procedimento: Procuratevi un vaso ermetico ben pulito. Prendete le giuggiole, lavatele bene sotto l'acqua del rubinetto e asciugatele in un canovaccio. Snocciolatele e mettetele dentro il vaso ermetico, unendo lo zucchero, l'alcool e il bacello di vaniglia e date una mescolata al tutto con un mestolo di legno. Mettete ora il vaso sul balcone, possibilmente al sole, e lasciatelo lì per 30 giorni, rigirando il vaso di tanto in tanto, per far sciogliere lo zucchero. Passato questo periodo, filtrare il liquore e metterlo in bottigliette magari decorate da voi. Potrebbe essere anche un'idea regalo per il prossimo Natale. E' un ottimo dopo pasto dal sapore piacevole. Questo è l'ultimo fine settimana di settembre, le giornate si sono accorciate parecchio e si riscopre il piacere di stare a casa, con la propria famiglia. Sembra debba piovere questo weekend, e questo m'invita ancor di più a "sbrodolare" con le mie passioni. Buon fine settimana a tutte!
Andare in brodo di Giuggiole, deriva da questa ricetta ed è anche un aiuto per i piccoli malanni di stagione, raffreddori, mal di gola.
Prendete una cara amica che un giorno parlando del più e del meno vi confessa di avere una pianta di giuggiole nel suo giardino e lo fa tanto candidamente da farla sembrare la cosa più naturale del mondo. La immaginate la mia faccia? Ecco sì, così! Fatto tutto quanto in mio potere per avere accesso a un tale ghiotto bottino sono stata prontamente avvisata non appena erano belle mature, che aspettavano solo qualcuno che le raccogliesse. Sono corsa in spedizione nel suo bellissimo agriturismo qui con tutta la mia famigliola al seguito e abbiamo fatto incetta di giuggiole. Che spettacolo! Vi dico solo che mai ho assaggiato un liquore tanto delizioso! Dolcissimo ovviamente e per non smentire il famoso detto... "Andare in brodo di giuggiole" ci siamo andati eccome: e tutti al primo assaggio! Compresi gli amici a cui ne ho fatto dono per Natale. Il brodo di giuggiole in realtà è uno sciroppo dal potere medicamentoso oltre che dal sapore squisito, ma ho pensato di farci un liquore per conservarlo un pò più a lungo e per poterlo servire anche come dopo pasto. Da rifarsi assolutamente. Licenza di Rossana permettendo ovviamente... Queste nel piattino sono le giuggiole sotto spirito dopo l'infusione Che un amico ha divorato una dopo l'altra, vero Sergio? La giuggiola è un frutto simile al dattero, una drupa, ovvero un frutto con un nocciolo al suo interno, dal colore marroncino rossiccio e dal blando effetto lassativo. Le giuggiole sono originarie della Siria conosciute dai Romani per cui erano il simbolo del silenzio, ma citate anche da Omero come frutto magico in grado di consolare gli uomini colpiti da nostalgia perché lontani da casa. Eccole qui fotografate i primi di novembre subito dopo averle raccolte. Prima di farci il liquore bisogna farle appassire un pochino in modo che appaiano come in questa foto Ingredienti: 850 g di giuggiole 1 litro di grappa 600 grammi di acqua 250 grammi di zucchero 2 mele renette 1 tazza di uva bianca la scorza di un limone non trattato in superficie Procedimento: Per prima cosa ho sciacquato bene le giuggiole sotto acqua corrente fredda. Quindi le ho divise a metà. Una parte di giuggiole le ho lasciate 30 giorni in infusione nella grappa dopo averle aperte a metà con uno spelucchino. La restante metà mi è servita a preparare il vero e proprio BRODO DI GIUGGIOLE, in pratica uno sciroppo che ho preparato in questo modo: ho messo in una pentola le giuggiole, l'uva, lo zucchero e un bicchiere d'acqua e ho lasciato cuocere per 25 minuti a fuoco lento. Quindi ho aggiunto le mele tagliate a pezzetti e la scorza di limone e ho coperto d'acqua lasciando nuovamente cuocere sempre a fuoco basso per circa 20 minuti fino a che la frutta si addensi come una marmellata. A questo punto ho filtrato tutto con un colino a maglie strette, recuperando la frutta cotta che ho passato a parte ricavandoci una marmellata deliziosa. Successivamente anch'essa invasettata e sterilizzata. Il liquido filtrato ottenuto invece è il brodo di giuggiole che ho unito alla grappa in cui erano rimaste a macerare le altre giuggiole ottenendo così il mio liquore. Ed ecco qui il risultato un delizioso bicchierino ottimo da servire come dopo pasto. Sperando che la mia ricetta possa essere utile a qualcuno che si volesse cimentare in questa preparazione, vi abbraccio dandovi appuntamento alla mia prossima ricetta.
Brodo di giuggiole è un modo di dire antico, ma anche un liquore ottimo da realizzare con le giuggiole, appunto, frutti autunnali dimenticati
Di colore rosso e dal gusto dolce, tipico di Arquà Petrarca, ha una storia persino epica
Brodo di giuggiole è un modo di dire antico, ma anche un liquore ottimo da realizzare con le giuggiole, appunto, frutti autunnali dimenticati
La stagione per preparare questo liquore estremamente dolce, che ha dato origine all'espressione "andare in brodo di giuggiole", per dire essere fuori di sé dalla gioia. Pare che venisse offerto agli ospiti a conclusione di un pranzo e la sua bontà aveva il potere di mandare in estasi. Avendo usato frutta locale, ho apportato una variante alla ricetta originale, usando vino e uva Trebbiano (quest'anno particolarmente dolce) al posto del vino rosso e l'uva zibibbo.
La giuggiola, o giuggiolo, appartiene a quella categoria di frutti cosiddetti poveri, anche colpevolmente dimenticati
Prendete una cara amica che un giorno parlando del più e del meno vi confessa di avere una pianta di giuggiole nel suo giardino e lo fa tanto candidamente da farla sembrare la cosa più naturale del mondo. La immaginate la mia faccia? Ecco sì, così! Fatto tutto quanto in mio potere per avere accesso a un tale ghiotto bottino sono stata prontamente avvisata non appena erano belle mature, che aspettavano solo qualcuno che le raccogliesse. Sono corsa in spedizione nel suo bellissimo agriturismo qui con tutta la mia famigliola al seguito e abbiamo fatto incetta di giuggiole. Che spettacolo! Vi dico solo che mai ho assaggiato un liquore tanto delizioso! Dolcissimo ovviamente e per non smentire il famoso detto... "Andare in brodo di giuggiole" ci siamo andati eccome: e tutti al primo assaggio! Compresi gli amici a cui ne ho fatto dono per Natale. Il brodo di giuggiole in realtà è uno sciroppo dal potere medicamentoso oltre che dal sapore squisito, ma ho pensato di farci un liquore per conservarlo un pò più a lungo e per poterlo servire anche come dopo pasto. Da rifarsi assolutamente. Licenza di Rossana permettendo ovviamente... Queste nel piattino sono le giuggiole sotto spirito dopo l'infusione Che un amico ha divorato una dopo l'altra, vero Sergio? La giuggiola è un frutto simile al dattero, una drupa, ovvero un frutto con un nocciolo al suo interno, dal colore marroncino rossiccio e dal blando effetto lassativo. Le giuggiole sono originarie della Siria conosciute dai Romani per cui erano il simbolo del silenzio, ma citate anche da Omero come frutto magico in grado di consolare gli uomini colpiti da nostalgia perché lontani da casa. Eccole qui fotografate i primi di novembre subito dopo averle raccolte. Prima di farci il liquore bisogna farle appassire un pochino in modo che appaiano come in questa foto Ingredienti: 850 g di giuggiole 1 litro di grappa 600 grammi di acqua 250 grammi di zucchero 2 mele renette 1 tazza di uva bianca la scorza di un limone non trattato in superficie Procedimento: Per prima cosa ho sciacquato bene le giuggiole sotto acqua corrente fredda. Quindi le ho divise a metà. Una parte di giuggiole le ho lasciate 30 giorni in infusione nella grappa dopo averle aperte a metà con uno spelucchino. La restante metà mi è servita a preparare il vero e proprio BRODO DI GIUGGIOLE, in pratica uno sciroppo che ho preparato in questo modo: ho messo in una pentola le giuggiole, l'uva, lo zucchero e un bicchiere d'acqua e ho lasciato cuocere per 25 minuti a fuoco lento. Quindi ho aggiunto le mele tagliate a pezzetti e la scorza di limone e ho coperto d'acqua lasciando nuovamente cuocere sempre a fuoco basso per circa 20 minuti fino a che la frutta si addensi come una marmellata. A questo punto ho filtrato tutto con un colino a maglie strette, recuperando la frutta cotta che ho passato a parte ricavandoci una marmellata deliziosa. Successivamente anch'essa invasettata e sterilizzata. Il liquido filtrato ottenuto invece è il brodo di giuggiole che ho unito alla grappa in cui erano rimaste a macerare le altre giuggiole ottenendo così il mio liquore. Ed ecco qui il risultato un delizioso bicchierino ottimo da servire come dopo pasto. Sperando che la mia ricetta possa essere utile a qualcuno che si volesse cimentare in questa preparazione, vi abbraccio dandovi appuntamento alla mia prossima ricetta.
Ho "incontrato" a sorpresa una casetta di montagna dove certo non è raro trovare splendidi balconi fioriti, finestre incorniciate da fiori coloratissimi e le vedute sono spettacolari, ma... questa minuscola casetta di pietra e legno seduta accanto a vecchi muri, ricolma come non avevo mai visto prima di fiori di ogni colore, mi ha abbracciato il cuore in modo così speciale da volerne conservare il ricordo anche qui, nel mio altrettanto piccolissimo spazio della memoria. In una mattina vestita di sole, passeggiando tra le strette vie di un antico borghetto di soli 28 abitanti, dopo una sosta alla generosa fontana fatta di tronchi.........ho fermato il passo rimanendo incantata! In silenzio ho osservato sorridendo ogni dettaglio di questo dono inatteso...ed ecco aggiungersi dono a dono e saltar fuori due gattini ed una gallina dal minutissimo fienile! Mi sono chiesta...chi abiterà mai in questa casetta? Inevitabile per me immaginare una famigliola felice che offre accoglienza agli animali chiamandoli amici e con loro una dolce nonnina intenta a ricamare o preparare torte con la marmellata, un nonno dagli occhi buoni che conosce le storie più belle e le sa raccontare sotto le stelle o davanti al fuoco scoppiettante ....e magari.... anche una fata buona che abita con loro nascosta in una scatola di latta per biscotti, che cura i suoi fiori per conservare bellezza da donare al mondo e regalare attimi sereni a chi passa... Il suo incantesimo più bello!!! Chiunque abiti davvero in quella casetta ha di sicuro un cuore grande e sensibile, occhi pieni di cielo e braccia aperte ad accogliere la gioia! Mi è mancato il coraggio di bussare, ma.......chissà che una prossima volta davvero non lo faccia, magari con un vasetto di miele da portare in dono per contraccambiare un po' della dolcezza che ho ricevuto e che mi ha nutrito così tanto il cuore...
Le giuggiole ormai le trovate ovunque, anche al supermercato, ma dovete sapere che sono originarie della Siria ed erano conosciute già dai Romani per cui erano il simbolo del silenzio, ma citate anche da Omero come frutto magico in grado di consolare gli uomini colpiti da nostalgia perché lontani da casa. Si parla spesso del brodo…
Vogliamo farvi andare… in brodo di giuggiole! Ecco la ricetta per godere attimi di dolce piacere al palato con un frutto di stagione davvero insolito.
Ho "incontrato" a sorpresa una casetta di montagna dove certo non è raro trovare splendidi balconi fioriti, finestre incorniciate da fiori coloratissimi e le vedute sono spettacolari, ma... questa minuscola casetta di pietra e legno seduta accanto a vecchi muri, ricolma come non avevo mai visto prima di fiori di ogni colore, mi ha abbracciato il cuore in modo così speciale da volerne conservare il ricordo anche qui, nel mio altrettanto piccolissimo spazio della memoria. In una mattina vestita di sole, passeggiando tra le strette vie di un antico borghetto di soli 28 abitanti, dopo una sosta alla generosa fontana fatta di tronchi.........ho fermato il passo rimanendo incantata! In silenzio ho osservato sorridendo ogni dettaglio di questo dono inatteso...ed ecco aggiungersi dono a dono e saltar fuori due gattini ed una gallina dal minutissimo fienile! Mi sono chiesta...chi abiterà mai in questa casetta? Inevitabile per me immaginare una famigliola felice che offre accoglienza agli animali chiamandoli amici e con loro una dolce nonnina intenta a ricamare o preparare torte con la marmellata, un nonno dagli occhi buoni che conosce le storie più belle e le sa raccontare sotto le stelle o davanti al fuoco scoppiettante ....e magari.... anche una fata buona che abita con loro nascosta in una scatola di latta per biscotti, che cura i suoi fiori per conservare bellezza da donare al mondo e regalare attimi sereni a chi passa... Il suo incantesimo più bello!!! Chiunque abiti davvero in quella casetta ha di sicuro un cuore grande e sensibile, occhi pieni di cielo e braccia aperte ad accogliere la gioia! Mi è mancato il coraggio di bussare, ma.......chissà che una prossima volta davvero non lo faccia, magari con un vasetto di miele da portare in dono per contraccambiare un po' della dolcezza che ho ricevuto e che mi ha nutrito così tanto il cuore...
Ho "incontrato" a sorpresa una casetta di montagna dove certo non è raro trovare splendidi balconi fioriti, finestre incorniciate da fiori coloratissimi e le vedute sono spettacolari, ma... questa minuscola casetta di pietra e legno seduta accanto a vecchi muri, ricolma come non avevo mai visto prima di fiori di ogni colore, mi ha abbracciato il cuore in modo così speciale da volerne conservare il ricordo anche qui, nel mio altrettanto piccolissimo spazio della memoria. In una mattina vestita di sole, passeggiando tra le strette vie di un antico borghetto di soli 28 abitanti, dopo una sosta alla generosa fontana fatta di tronchi.........ho fermato il passo rimanendo incantata! In silenzio ho osservato sorridendo ogni dettaglio di questo dono inatteso...ed ecco aggiungersi dono a dono e saltar fuori due gattini ed una gallina dal minutissimo fienile! Mi sono chiesta...chi abiterà mai in questa casetta? Inevitabile per me immaginare una famigliola felice che offre accoglienza agli animali chiamandoli amici e con loro una dolce nonnina intenta a ricamare o preparare torte con la marmellata, un nonno dagli occhi buoni che conosce le storie più belle e le sa raccontare sotto le stelle o davanti al fuoco scoppiettante ....e magari.... anche una fata buona che abita con loro nascosta in una scatola di latta per biscotti, che cura i suoi fiori per conservare bellezza da donare al mondo e regalare attimi sereni a chi passa... Il suo incantesimo più bello!!! Chiunque abiti davvero in quella casetta ha di sicuro un cuore grande e sensibile, occhi pieni di cielo e braccia aperte ad accogliere la gioia! Mi è mancato il coraggio di bussare, ma.......chissà che una prossima volta davvero non lo faccia, magari con un vasetto di miele da portare in dono per contraccambiare un po' della dolcezza che ho ricevuto e che mi ha nutrito così tanto il cuore...
Ho "incontrato" a sorpresa una casetta di montagna dove certo non è raro trovare splendidi balconi fioriti, finestre incorniciate da fiori coloratissimi e le vedute sono spettacolari, ma... questa minuscola casetta di pietra e legno seduta accanto a vecchi muri, ricolma come non avevo mai visto prima di fiori di ogni colore, mi ha abbracciato il cuore in modo così speciale da volerne conservare il ricordo anche qui, nel mio altrettanto piccolissimo spazio della memoria. In una mattina vestita di sole, passeggiando tra le strette vie di un antico borghetto di soli 28 abitanti, dopo una sosta alla generosa fontana fatta di tronchi.........ho fermato il passo rimanendo incantata! In silenzio ho osservato sorridendo ogni dettaglio di questo dono inatteso...ed ecco aggiungersi dono a dono e saltar fuori due gattini ed una gallina dal minutissimo fienile! Mi sono chiesta...chi abiterà mai in questa casetta? Inevitabile per me immaginare una famigliola felice che offre accoglienza agli animali chiamandoli amici e con loro una dolce nonnina intenta a ricamare o preparare torte con la marmellata, un nonno dagli occhi buoni che conosce le storie più belle e le sa raccontare sotto le stelle o davanti al fuoco scoppiettante ....e magari.... anche una fata buona che abita con loro nascosta in una scatola di latta per biscotti, che cura i suoi fiori per conservare bellezza da donare al mondo e regalare attimi sereni a chi passa... Il suo incantesimo più bello!!! Chiunque abiti davvero in quella casetta ha di sicuro un cuore grande e sensibile, occhi pieni di cielo e braccia aperte ad accogliere la gioia! Mi è mancato il coraggio di bussare, ma.......chissà che una prossima volta davvero non lo faccia, magari con un vasetto di miele da portare in dono per contraccambiare un po' della dolcezza che ho ricevuto e che mi ha nutrito così tanto il cuore...
Giuggiola, un frutto delizioso: proprietà, come si mangia, calorie e ricette. Non per nulla si dice brodo di giuggiole ... Da coltivare anche come bonsai
Quasi tutti conosciamo l’espressione “andare in brodo di giuggiole”. E’ un’esclamazione che talvolta sentiamo pronunciare e pronunciamo per sottolineare un momento…
In principio furono “I Morti”. Prima di Halloween, delle streghe, delle zucche e di tutte le altre novità importate dall’America, in Sicilia...
Sono anni che dall'albero di giuggiole che abbiamo in giardino, mi limito a cogliere qualche frutto da consumare al naturale. Ma dopo il post di Furfecchia sulle Giuggiole, ho aspettato con ansia che anche il nostro giuggiolaro cominciasse a dare i suoi frutti per provare qualcosa. Il primo esperimento è stato ovviamente il famoso "Brodo di Giuggiole": devo dire che è davvero dolce dolce, ed il detto calza a pennello. Non è poi liquoroso, se preparato secondo la ricetta proposta da EcoLibri nella raccolta "Torte, crostate, dolci, dolcetti e biscotti" della collana "Lassù dove l'aria è fresca", quindi adatto a tutti. Il poco alcool aggiunto con il vino, evapora prima di finire la cottura, quindi resta solo... il dolce. Mi chiedevo poi con cosa poter accompagnare qualcosa di così zuccherino, ed affidandomi alla tradizione, ho scelto i Zaleti, biscottini friabili a base di farina di mais che di solito si accompagnano a vini molto dolci come il Torcolato di Breganze o il Recioto di Gambellara. Preparazione Brodo di Giuggiole 500 gr di giuggiole 500 gr di acqua 500 gr di zucchero 500 gr di vino bianco (dolce) 1 limone 1 mela cotogna 200 gr di uva bianca dolceTogliere dalle giuggiole l'osso centrale e metterle a cuocere a fuoco bassissimo con acqua e zucchero per un'ora, coperto. Aggiungere quindi la mela a fette finissime, la scorza del limone e l'uva, aggiungendo poco alla volta il vino (che così andrà a sostituirsi all'acqua). Quando il sugo si andrà restringendo, quasi gelificando, togliere dal fuoco e filtrare. Far raffreddare prima di servire. Preparazione Zaleti 150 gr di fioretto (farina gialla macinata fine) 150 gr di farina "00" di grano tenero 2 grosse uova 1 pizzico di sale 80 gr di burro a temperatura ambiente 1 busta di vanillina 120 gr di zucchero 1 cucchiaino di lievito per dolci 1 pugno di uvetta passa (piccola) ammollata nella grappa (io ho usato pezzetti di giuggiole) Mescolare le farine ed impastare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo. Formare un salame, del diametro di circa 5/7 cm, coprire e mettere in frigo a riposare almeno 1 ora. Togliere dal frigo e tagliare a rondelle di circa 1/2 centimetro di spessore ed infornare su teglia (rivestita di carta da forno) a 180°C per 20-30 minuti. Il biscotto resterà, alla fine, compatto ma friabile, tipo frollino.
Ho "incontrato" a sorpresa una casetta di montagna dove certo non è raro trovare splendidi balconi fioriti, finestre incorniciate da fiori coloratissimi e le vedute sono spettacolari, ma... questa minuscola casetta di pietra e legno seduta accanto a vecchi muri, ricolma come non avevo mai visto prima di fiori di ogni colore, mi ha abbracciato il cuore in modo così speciale da volerne conservare il ricordo anche qui, nel mio altrettanto piccolissimo spazio della memoria. In una mattina vestita di sole, passeggiando tra le strette vie di un antico borghetto di soli 28 abitanti, dopo una sosta alla generosa fontana fatta di tronchi.........ho fermato il passo rimanendo incantata! In silenzio ho osservato sorridendo ogni dettaglio di questo dono inatteso...ed ecco aggiungersi dono a dono e saltar fuori due gattini ed una gallina dal minutissimo fienile! Mi sono chiesta...chi abiterà mai in questa casetta? Inevitabile per me immaginare una famigliola felice che offre accoglienza agli animali chiamandoli amici e con loro una dolce nonnina intenta a ricamare o preparare torte con la marmellata, un nonno dagli occhi buoni che conosce le storie più belle e le sa raccontare sotto le stelle o davanti al fuoco scoppiettante ....e magari.... anche una fata buona che abita con loro nascosta in una scatola di latta per biscotti, che cura i suoi fiori per conservare bellezza da donare al mondo e regalare attimi sereni a chi passa... Il suo incantesimo più bello!!! Chiunque abiti davvero in quella casetta ha di sicuro un cuore grande e sensibile, occhi pieni di cielo e braccia aperte ad accogliere la gioia! Mi è mancato il coraggio di bussare, ma.......chissà che una prossima volta davvero non lo faccia, magari con un vasetto di miele da portare in dono per contraccambiare un po' della dolcezza che ho ricevuto e che mi ha nutrito così tanto il cuore...
Ho "incontrato" a sorpresa una casetta di montagna dove certo non è raro trovare splendidi balconi fioriti, finestre incorniciate da fiori coloratissimi e le vedute sono spettacolari, ma... questa minuscola casetta di pietra e legno seduta accanto a vecchi muri, ricolma come non avevo mai visto prima di fiori di ogni colore, mi ha abbracciato il cuore in modo così speciale da volerne conservare il ricordo anche qui, nel mio altrettanto piccolissimo spazio della memoria. In una mattina vestita di sole, passeggiando tra le strette vie di un antico borghetto di soli 28 abitanti, dopo una sosta alla generosa fontana fatta di tronchi.........ho fermato il passo rimanendo incantata! In silenzio ho osservato sorridendo ogni dettaglio di questo dono inatteso...ed ecco aggiungersi dono a dono e saltar fuori due gattini ed una gallina dal minutissimo fienile! Mi sono chiesta...chi abiterà mai in questa casetta? Inevitabile per me immaginare una famigliola felice che offre accoglienza agli animali chiamandoli amici e con loro una dolce nonnina intenta a ricamare o preparare torte con la marmellata, un nonno dagli occhi buoni che conosce le storie più belle e le sa raccontare sotto le stelle o davanti al fuoco scoppiettante ....e magari.... anche una fata buona che abita con loro nascosta in una scatola di latta per biscotti, che cura i suoi fiori per conservare bellezza da donare al mondo e regalare attimi sereni a chi passa... Il suo incantesimo più bello!!! Chiunque abiti davvero in quella casetta ha di sicuro un cuore grande e sensibile, occhi pieni di cielo e braccia aperte ad accogliere la gioia! Mi è mancato il coraggio di bussare, ma.......chissà che una prossima volta davvero non lo faccia, magari con un vasetto di miele da portare in dono per contraccambiare un po' della dolcezza che ho ricevuto e che mi ha nutrito così tanto il cuore...
Deliziosi! Unici, sorprendenti e appaganti. Dategli un morso, e mentre penserete “uhmm buoni, cioccolatosi…” vi arriverà la vera botta! E i vostri sensi andranno in brodo di giuggiole… Una meravigliosa ricetta tratta dal libro della mia Fornostar Preferita Ingredienti 220 Grammi di Cioccolato fondente senza glutine 60 Grammi di farina...
Ho "incontrato" a sorpresa una casetta di montagna dove certo non è raro trovare splendidi balconi fioriti, finestre incorniciate da fiori coloratissimi e le vedute sono spettacolari, ma... questa minuscola casetta di pietra e legno seduta accanto a vecchi muri, ricolma come non avevo mai visto prima di fiori di ogni colore, mi ha abbracciato il cuore in modo così speciale da volerne conservare il ricordo anche qui, nel mio altrettanto piccolissimo spazio della memoria. In una mattina vestita di sole, passeggiando tra le strette vie di un antico borghetto di soli 28 abitanti, dopo una sosta alla generosa fontana fatta di tronchi.........ho fermato il passo rimanendo incantata! In silenzio ho osservato sorridendo ogni dettaglio di questo dono inatteso...ed ecco aggiungersi dono a dono e saltar fuori due gattini ed una gallina dal minutissimo fienile! Mi sono chiesta...chi abiterà mai in questa casetta? Inevitabile per me immaginare una famigliola felice che offre accoglienza agli animali chiamandoli amici e con loro una dolce nonnina intenta a ricamare o preparare torte con la marmellata, un nonno dagli occhi buoni che conosce le storie più belle e le sa raccontare sotto le stelle o davanti al fuoco scoppiettante ....e magari.... anche una fata buona che abita con loro nascosta in una scatola di latta per biscotti, che cura i suoi fiori per conservare bellezza da donare al mondo e regalare attimi sereni a chi passa... Il suo incantesimo più bello!!! Chiunque abiti davvero in quella casetta ha di sicuro un cuore grande e sensibile, occhi pieni di cielo e braccia aperte ad accogliere la gioia! Mi è mancato il coraggio di bussare, ma.......chissà che una prossima volta davvero non lo faccia, magari con un vasetto di miele da portare in dono per contraccambiare un po' della dolcezza che ho ricevuto e che mi ha nutrito così tanto il cuore...
Prendete una cara amica che un giorno parlando del più e del meno vi confessa di avere una pianta di giuggiole nel suo giardino e lo fa tanto candidamente da farla sembrare la cosa più naturale del mondo. La immaginate la mia faccia? Ecco sì, così! Fatto tutto quanto in mio potere per avere accesso a un tale ghiotto bottino sono stata prontamente avvisata non appena erano belle mature, che aspettavano solo qualcuno che le raccogliesse. Sono corsa in spedizione nel suo bellissimo agriturismo qui con tutta la mia famigliola al seguito e abbiamo fatto incetta di giuggiole. Che spettacolo! Vi dico solo che mai ho assaggiato un liquore tanto delizioso! Dolcissimo ovviamente e per non smentire il famoso detto... "Andare in brodo di giuggiole" ci siamo andati eccome: e tutti al primo assaggio! Compresi gli amici a cui ne ho fatto dono per Natale. Il brodo di giuggiole in realtà è uno sciroppo dal potere medicamentoso oltre che dal sapore squisito, ma ho pensato di farci un liquore per conservarlo un pò più a lungo e per poterlo servire anche come dopo pasto. Da rifarsi assolutamente. Licenza di Rossana permettendo ovviamente... Queste nel piattino sono le giuggiole sotto spirito dopo l'infusione Che un amico ha divorato una dopo l'altra, vero Sergio? La giuggiola è un frutto simile al dattero, una drupa, ovvero un frutto con un nocciolo al suo interno, dal colore marroncino rossiccio e dal blando effetto lassativo. Le giuggiole sono originarie della Siria conosciute dai Romani per cui erano il simbolo del silenzio, ma citate anche da Omero come frutto magico in grado di consolare gli uomini colpiti da nostalgia perché lontani da casa. Eccole qui fotografate i primi di novembre subito dopo averle raccolte. Prima di farci il liquore bisogna farle appassire un pochino in modo che appaiano come in questa foto Ingredienti: 850 g di giuggiole 1 litro di grappa 600 grammi di acqua 250 grammi di zucchero 2 mele renette 1 tazza di uva bianca la scorza di un limone non trattato in superficie Procedimento: Per prima cosa ho sciacquato bene le giuggiole sotto acqua corrente fredda. Quindi le ho divise a metà. Una parte di giuggiole le ho lasciate 30 giorni in infusione nella grappa dopo averle aperte a metà con uno spelucchino. La restante metà mi è servita a preparare il vero e proprio BRODO DI GIUGGIOLE, in pratica uno sciroppo che ho preparato in questo modo: ho messo in una pentola le giuggiole, l'uva, lo zucchero e un bicchiere d'acqua e ho lasciato cuocere per 25 minuti a fuoco lento. Quindi ho aggiunto le mele tagliate a pezzetti e la scorza di limone e ho coperto d'acqua lasciando nuovamente cuocere sempre a fuoco basso per circa 20 minuti fino a che la frutta si addensi come una marmellata. A questo punto ho filtrato tutto con un colino a maglie strette, recuperando la frutta cotta che ho passato a parte ricavandoci una marmellata deliziosa. Successivamente anch'essa invasettata e sterilizzata. Il liquido filtrato ottenuto invece è il brodo di giuggiole che ho unito alla grappa in cui erano rimaste a macerare le altre giuggiole ottenendo così il mio liquore. Ed ecco qui il risultato un delizioso bicchierino ottimo da servire come dopo pasto. Sperando che la mia ricetta possa essere utile a qualcuno che si volesse cimentare in questa preparazione, vi abbraccio dandovi appuntamento alla mia prossima ricetta.