Alla fine di gennaio, sul sito di Asmodee Nord America, è apparsa la notizia dell’uscita di una nuova linea di giochi, che risponde al nome di StoryLine. Il primo gioco di questa nuova collezione si intitolerà Fairy Tales e, ovviamente, sarà ambientato nel luccicante mondo delle fiabe. Fin qui non sembrerebbe esserci nulla di sconvolgente, ma si dà il caso che, come rivelato pochi giorni fa da un annuncio a casa Pendragon, dietro le quinte si nasconda una genesi del tutto italiana, frutto della creatività di Gabriele Mari e della Sir Chester Cobblepot. Grazie all’estrema disponibilità e gentilezza di Gabriele, Gioconomicon è riuscita a conoscere meglio alcuni interessanti retroscena ed è qui, come sempre, per parlarvene in questa anteprima.
Penso che quando a Mario Monti venne la balzana idea di dar vita alla formazione di Scelta Civica non immaginava certamente che, dopo la sua uscita di scena, il partito sarebbe finito nelle mani di un segretario che, pur di ottenere per se una poltrona di governo, dapprima da sottosegretario e poi da viceministro, avrebbe ridotta Scelta Civica a servile zerbino di Renzi e dei suoi ghiribizzi. Eppure, nel febbraio 2013 erano stati ben 2.824.065 elettori (NdR: cioè l’8,3% dei votanti) a dare il loro voto a Scelta Civica confidando che, come da programma, il partito si sarebbe prodigato, tra l’altro, nel combattere malcostume, inciuci, corruzione e, perché no, anche l’evasione fiscale. Illusi ? Forse ! Troppo fiduciosi nel professor Monti ? Credo proprio di sì dal momento che Scelta Civica si presentava agli elettori con una armata Brancaleone che raccattava troppe anticaglie della decrepita politica italiana, Ferdinando Casini, Lorenzo Cesa, i finiani, etc.. Personaggi, cioè, che senza lo sprovveduto soccorso montiano sarebbero scomparsi definitivamente dalla scena politica. Fatto sta che oggi, a distanza di tre anni, secondo i sondaggi Scelta Civica sarebbe precipitata così in basso da essere accreditata, nella più favorevole delle ipotesi, di un miserevole 0,6/0,8%. Insomma, una vera disfatta ! Non è, però, del futuro oramai segnato di Scelta Civica che ho intenzione di scrivere, quanto piuttosto desidero commentare un malfido emendamento che quattro deputati di Scelta Civica hanno inserito nella Legge di Stabilità 2016 e che, proprio in questi giorni, sta producendo i suoi primi effetti deleteri. Prima di quel emendamento la legge prevedeva che l’Agenzia delle Entrate avesse dieci anni di tempo per accertare e contestare i reati tributari. A Scelta Civica, evidentemente, sarà sembrato abnorme tenere sulle spine per dieci anni, nel timore di essere beccati, i gaglioffi evasori e così ha pensato bene di ridurre a quattro anni, dalla dichiarazione dei redditi fraudolenta, il termine entro il quale la amministrazione fiscale può accertare e contestare gli illeciti tributari. Mi domando: sarà solo un caso se il primo a beneficiare di questo emendamento sia stato proprio Denis Verdini, neo sodale della maggioranza di governo, che si è servito con successo del disposto di questo emendamento per opporsi agli accertamenti per le evasioni di Iva, Irpef, Irap ed Ires, per complessivi cinque milioni di euro, commesse tra il 2002 ed il 2011 ? Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica e vice ministro dell’economia, ha definito “un importante successo politico” questo emendamento che permetterà a decine di migliaia di evasori di farla franca ed impedirà alle casse dello Stato di recuperare milioni e milioni di evasione. Insomma, nel nostro Bel Pese continuano ad imperversare al governo ed in Parlamento esseri che invece di premiare i contribuenti leali, riducendo loro le tasse, si preoccupano soprattutto di favorire chi commette reati tributari.
Sequenze:disegni e frasi tratte dal libro
Alors que tout le monde se précipite vers le numérique et au-delà, la créatrice Emanuela Nurra se replonge dans les cartes postales de ses souvenirs
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Largo della Zecca prende il nome dalla Zecca che era stata qui spostata nel 1805 ed è rimasta in funzione fino al 1860, quando fu chiusa per la demolizione dell'edificio che la ospitava. "Povera" Zecca, sfrattata prima da Napoleone, e poi definitivamente cancellata dalla apertura della galleria allora intitolata a V.Emanuele II. Infatti, nella mappa del Brusco (del 1766), la piazza ha ancora l'antica denominazione "Forni" in quanto vi si trovavano i forni pubblici. La piazza, fra le due "grandi guerre" fu anche intitolata a Filippo Corridoni. Oggi a Filippo Corridoni (sindacalista, combattente, medaglia d'oro al valore della prima guerra mondiale) è intitolata la strada che da Corso Gastaldi conduce a Montallegro. Particolare dalla Pianta di Giacomo Brusco del 1766 - dalla raccolta del Giolfi - Palazzo Rosso ufficio Belle Arti (2) Nella piantina del T.C.I. del 1916 vediamo ancora la dicitura "piazza Zecca" Notiamo altresì la linea rossa tratteggiata ad indicare la galleria tramviaria fino al Portello. particolare dalla piantina del TCI del 1916 Largo Zecca in una foto molto antica, ristampata a cartolina in epoca successiva dal Mangini. Dalla fontana, due vie mattonate salgono fino al palazzo che oggi troviamo al n.4 di via Edilio Raggio. La fisionomia della pazza cambierà completamente con la costruzione della galleria tamviaria, inaugurata nel 1897. cartolina - ed. Mangini - non circolata La stessa identica foto, tagliata (con dubbio gusto) nella parte superiore, ci viene fornita dal Mondani. (i carretti sono identici e posizionati nello stesso punto ed anche le ombre corrispondono per cui se si trattasse di due foto diverse si tratterebbe di due scatti successivi quasi contemporanei , ma siamo del parere che siano invece due "tagli" diversi dello stesso "vetrino" fotografico) da Album Fotografico di Genova Antica - ed. Mondani Ed ecco la galleria da poco terminata come si deduce dai materiali di costruzione che ancora si vedono davanti alla galleria e dal muraglione di via E.Raggio ancora da costruire. La cartolina porta il timbro postale del 1908, ma dato che la galleria è stata inaugurata nel 1897, ci sembra strano che i lavori di rifinitura siano così in ritardo. Probabilmente la cartolina è stata stampata qualche anno prima della sua spedizione. Spedire cartoline "stagionate" sembra che all'epoca fosse di moda .... o forse le cartoline "vecchie" costavano meno..... (semmu de zena.....) Il bar all'angolo di via Cairoli, di cui vediamo l'insegna, può giustamente vantarsi di essere untracentenario. cartolina - ed. Modiano Milano - sped. 1908 Ed ecco che anche il Mondani ci presenta la sua versione della galleria in un'epoca di poco successiva, come si deduce dai materiali di costruzione che ancora si vedono davanti alla galleria e dal muraglione di via E.Raggio ancora da terminare. da Album Fotografico di Genova Antica - ed. Mondani Ed ecco la fase successiva, col muraglione terminato, anche se rimangono da togliere dei materiali che di intravedono in terra dietro al tram. ? forse che gli omini con i carretti a mano stanno provvedendo alla bisogna? c'è anche una carriola posteggiata sotto il lampione all'inizio della salitina. A sinistra, dietro al "Vittorio Emanuele" si intravede l'ingresso della funicolare del Righi. cartolina - ed. S.C. - non circolata Quasi la stessa inquadratura qualche tempo dopo Le macerie sono sparite ed è spuntato un nuovo "fungo" , nel mezzo della piazza: un alto palo di ferro, probabile sostegno dei fili elettrici dei trams. cartolina - ed. S.T.A. - spedita 1915 Nel 1926 la galleria fu allargata alle dimensioni attuali e l'edificio soprastante venne demolito e ricostruito come ci mostra questa immagine. Nel frattempo si era pensato bene di cambiare il nome della Piazza, titolandola a Filippo Corridoni, come già accennato in precedenza. L'ampliamento della galleria fu terminato nel 1930. Bollettino Municipale 1926 Qui vediamo la galleria Terminata. cartolina - ed. Marzari - sped 1939 Concludiamo con una immagine "moderna" fornitaci dal Secolo XIX stampa -omaggio Secolo XIX - 1978
C’era una volta, nel lontano 1957 uno stilista , il primo nel dopo guerra a riportare all’antico splendore la moda parigina, lui, un nome, il nome ….
Fino alla costruzione delle Mura del Barbarossa Piazza Banchi nemmeno esisteva. C'erano giusto due case e la chiesa di San Pietro della Porta proprio fuori delle mura del 900, il resto era "campagna". S.Pietro della Porta?, si della Porta, perchè era giusto fuori della omonima porta da cui, provenendo dal Carrubeus Recto si lasciava la città diretti a ponente. Ce lo mostra il Poleggi nella sua mappa del XI secolo. Banchi sec.XI - da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi ed. Sagep Una volta al sicuro, protetta dalle "nuove" mura del Barbarossa, Piazza Banchi divenne il cuore pulsante della vecchia Genova. Un luogo che ha vissuto le vicende commerciali della città nell'ultimo millennio. Fino dal 1100 vi funzionava un mercato del grano ed in seguito vi "tennero banco" i cambiavalute. Ma Piazza Banchi non è stata sempre come la vediamo ora. L'attuale sistemazione architettonica risale al secolo XVI quando la Repubblica mise mano all'usuale procedura di espropri, demolizioni e ricostruzioni ed ha consegnato ai posteri la piazza nella sua versione definitiva, politici e palazzinari presenti e futuri permettendo (speriamo bene.....). Fino all'inizio secolo XVI il luogo si presentava un tantino più disordinato come ci mostra la cartina che segue: Banchi sec.XVI da: "Una città portuale del Medioevo" di Bianchi ed E.Poleggi - ed. Sagep Vennero demoliti numerosi edifici, altri ricostruiti allargando le due principali vie di transito sia verso il mare (via Ponte Reale) che verso monte (via Orefici). La chiesa di S. Pietro venne ricostruita, nel 1590, in posizione elevata, sopra un loggiato con botteghe. Venne costruita anche una nuova loggia, per ospitare la Borsa, dando alla piazza una connotazione commerciale che durò fino ai primi anni del 1900. Nella cartina precedente vediamo segnate in marrone le demolizioni e con il tratteggio rosso la chiesa e la loggia. Nella piantina che segue vediamo invece la nuova sistemazione della zona: Banchi sec.XVI da: "Una città portuale del Medioevo" di Bianchi ed E.Poleggi - ed. Sagep Passiamo ora a qualche illustrazione. Le prime che possiamo mostrare sono illustrazioni del 1600 o giù di lì. Banchi: 1600ca - dipinto di Sebastien Vrancx - da "Una Storia Dipinta" ed. ggallery Banchi sec.XVIII da: "Una città portuale del Medioevo" di Bianchi ed E.Poleggi - ed. Sagep inc. sec XIX da "Attori e strumenti del credito in Liguria" Una illustrazione dell'interno della loggia di Banchi: Loggia dei mercanti - Incis. 1885 - da "Attori e strumenti del credito in Liguria" Ma le contrattazioni avvenivano anche all'esterno della loggia. Banchi, fine 1800 - da "Attori e strumenti del credito in Liguria" Col tempo (e la scarsa manutenzione) la chiesa divenne inagibile e venne chiusa al culto nel 1914. S.Pietro in Banchi - edit. non rilevato - sped 1913 In seguito venne bombardata nel corso della seconda guerra mondiale. Restaurata nel dopoguerra, la chiesa oggi si presenta così. (vi risparmio la piazza, affollata di chioschi e di banchetti).
ARGUMENTO: La serie estaba ambientada en la mitología griega es decir, en los dioses que habitaban el monte Olilmpo. Básicamente se centraba en su protagonista: la pequeña diosa Polon, hija de Apolo (dios del sol), nieta de Zeus (jefe de los dioses) y prima de Eros (dios del amor). Su […]
Largo della Zecca prende il nome dalla Zecca che era stata qui spostata nel 1805 ed è rimasta in funzione fino al 1860, quando fu chiusa per la demolizione dell'edificio che la ospitava. "Povera" Zecca, sfrattata prima da Napoleone, e poi definitivamente cancellata dalla apertura della galleria allora intitolata a V.Emanuele II. Infatti, nella mappa del Brusco (del 1766), la piazza ha ancora l'antica denominazione "Forni" in quanto vi si trovavano i forni pubblici. La piazza, fra le due "grandi guerre" fu anche intitolata a Filippo Corridoni. Oggi a Filippo Corridoni (sindacalista, combattente, medaglia d'oro al valore della prima guerra mondiale) è intitolata la strada che da Corso Gastaldi conduce a Montallegro. Particolare dalla Pianta di Giacomo Brusco del 1766 - dalla raccolta del Giolfi - Palazzo Rosso ufficio Belle Arti (2) Nella piantina del T.C.I. del 1916 vediamo ancora la dicitura "piazza Zecca" Notiamo altresì la linea rossa tratteggiata ad indicare la galleria tramviaria fino al Portello. particolare dalla piantina del TCI del 1916 Largo Zecca in una foto molto antica, ristampata a cartolina in epoca successiva dal Mangini. Dalla fontana, due vie mattonate salgono fino al palazzo che oggi troviamo al n.4 di via Edilio Raggio. La fisionomia della pazza cambierà completamente con la costruzione della galleria tamviaria, inaugurata nel 1897. cartolina - ed. Mangini - non circolata La stessa identica foto, tagliata (con dubbio gusto) nella parte superiore, ci viene fornita dal Mondani. (i carretti sono identici e posizionati nello stesso punto ed anche le ombre corrispondono per cui se si trattasse di due foto diverse si tratterebbe di due scatti successivi quasi contemporanei , ma siamo del parere che siano invece due "tagli" diversi dello stesso "vetrino" fotografico) da Album Fotografico di Genova Antica - ed. Mondani Ed ecco la galleria da poco terminata come si deduce dai materiali di costruzione che ancora si vedono davanti alla galleria e dal muraglione di via E.Raggio ancora da costruire. La cartolina porta il timbro postale del 1908, ma dato che la galleria è stata inaugurata nel 1897, ci sembra strano che i lavori di rifinitura siano così in ritardo. Probabilmente la cartolina è stata stampata qualche anno prima della sua spedizione. Spedire cartoline "stagionate" sembra che all'epoca fosse di moda .... o forse le cartoline "vecchie" costavano meno..... (semmu de zena.....) Il bar all'angolo di via Cairoli, di cui vediamo l'insegna, può giustamente vantarsi di essere untracentenario. cartolina - ed. Modiano Milano - sped. 1908 Ed ecco che anche il Mondani ci presenta la sua versione della galleria in un'epoca di poco successiva, come si deduce dai materiali di costruzione che ancora si vedono davanti alla galleria e dal muraglione di via E.Raggio ancora da terminare. da Album Fotografico di Genova Antica - ed. Mondani Ed ecco la fase successiva, col muraglione terminato, anche se rimangono da togliere dei materiali che di intravedono in terra dietro al tram. ? forse che gli omini con i carretti a mano stanno provvedendo alla bisogna? c'è anche una carriola posteggiata sotto il lampione all'inizio della salitina. A sinistra, dietro al "Vittorio Emanuele" si intravede l'ingresso della funicolare del Righi. cartolina - ed. S.C. - non circolata Quasi la stessa inquadratura qualche tempo dopo Le macerie sono sparite ed è spuntato un nuovo "fungo" , nel mezzo della piazza: un alto palo di ferro, probabile sostegno dei fili elettrici dei trams. cartolina - ed. S.T.A. - spedita 1915 Nel 1926 la galleria fu allargata alle dimensioni attuali e l'edificio soprastante venne demolito e ricostruito come ci mostra questa immagine. Nel frattempo si era pensato bene di cambiare il nome della Piazza, titolandola a Filippo Corridoni, come già accennato in precedenza. L'ampliamento della galleria fu terminato nel 1930. Bollettino Municipale 1926 Qui vediamo la galleria Terminata. cartolina - ed. Marzari - sped 1939 Concludiamo con una immagine "moderna" fornitaci dal Secolo XIX stampa -omaggio Secolo XIX - 1978
In memoria di Giovanni Assereto , disegnatore e collezionista, immagini e cartoline tratte dalla sua raccolta e dai suoi lavori.
In memoria di Giovanni Assereto , disegnatore e collezionista, immagini e cartoline tratte dalla sua raccolta e dai suoi lavori.
900: C’era una volta...