By unknown seamsters, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=684230 Torniamo sull'argomento "analisi delle fonti" ma stavolta con un esempio pratico e molto interessante. Parliamo dell'Arazzo di Bayeux, detto anche Arazzo della regina Matilde, conservato per secoli nella cattedrale di Bayeux in Normandia per poi essere trasferito nel Bayeux Museum. By unknown seamsters, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=684230 Non è tecnicamente un vero e proprio arazzo perché si vede il tessuto sottostante, bensì un ampio ricamo, alto sui 50 cm ma lungo ben 68 metri! E' stato realizzato probabilmente subito dopo il 1066, anno della battaglia di Hastings, in cui in Duca di Normandia Wilhelm II, detto il Bastardo in quanto figlio illegittimo del duca, conquistò l'Inghilterra e passò alla storia come Guglielmo I il Conquistatore. L'Arazzo celebra proprio i protagonisti di questa vicenda storica, ed è stato molto utile agli studiosi proprio come fonte per scoprire cosa fosse realmente accaduto prima della conquista del territorio britannico da parte dei normanni. By Unknown - Städtisches Museum in Bayeux, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8457713 La Britannia era stata progressivamente abbandonata dalle legioni romane, richiamate in patria dalle invasioni barbariche, e con la caduta dell'impero romano d'Occidente era rimasta in pratica separata dalle sorti europee, in balia delle migrazioni germaniche prima e dei vichinghi poi. In particolare i popoli degli Angli e dei Sassoni (da cui il termine anglosassoni con cui vengono tuttora indicati gli inglesi) riuscirono ad occupare vasta parte del territorio e nacquero tanti piccoli stati, i più potenti dei quali furono Northumbria, Mercia, Wessex. Questo periodo storico viene ricordato come il periodo dell'eptarchia (termine greco che indica il dominio di sette re). Questi piccoli regni subivano l'influenza dei più potenti stati scandinavi, orbitando quindi sotto l'influenza dei re di Danimarca e Norvegia. Difficile dire quando dall'eptarchia si sia effettivamente passati a un unico re d'Inghilterra, pare che gia negli anni attorno all'800 dopo Cristo, quando in Francia regnava Carlo Magno, il re del Wessex si sia fatto chiamare "re degli inglesi". Fatto sta che fino al 1042 di fatto l'Inghilterra era soggiogata agli interessi danesi, da cui riuscì a liberarsi nel 1042, quando salì al trono Edoardo il Confessore (Edward the Confessor, re dal 1042 al 1066, santo per la chiesa cattolica, forse il primo vero re anglosassone). La salita al potere di Edward significò per la storia inglese una svolta decisiva: la politica inglese si rivolse infatti per la prima volta verso l'Europa e non verso la penisola scandinava. Il nuovo re si legò strettamente al duca di Normandia Guglielmo II (la madre Emma era normanna e Edward stesso aveva vissuto in Normandia) e al papa Alessandro III. Da quel momento in poi l'Inghilterra diventò uno dei protagonisti europei. Edward nel 1066 si ammalò e non aveva eredi. Alla sua morte ci furono due pretendenti al trono: il cognato Harold Godwison, fratello della moglie del re Edward, e lo stesso Guglielmo II, che era stato pare designato alla successione dallo stesso Edward. Harold aveva apparentemente accettato quanto stabilito dal cognato, ma alla sua morte si nominò successore come Aroldo II, con l'appoggio dei notabili inglesi. Guglielmo allora preparò una flotta, invase l'Inghilterra, e il 14 ottobre del 1066 nella famosa battaglia di Hastings sconfisse Aroldo (che pare quasi certo sia morto in battaglia o comunque assassinato subito dopo, anche se alcune fonti dubbie lo danno per fuggiasco in Cornovaglia) e decreta l'unione della corona d'Inghilterra alla carica di Duca normanno, collegando per il resto dei secoli la storia inglese a quella europea e facendo nascere quella tipica rivalità inglesi-francesi che è arrivata quasi fino ad oggi (non fu infatti facile pacificare l'isola e non mancarono sacche di resistenza). Tra l'altro, ancora oggi, anche se per varie vicissitudini si sono succeduti rami di famiglie diverse, i monarchi inglesi sono diretti discendenti del re-duca Wilhelm. By Myrabella - Own work, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=25587909 Questa, molto in breve, la vicenda storica. L'arazzo di Bayeux che cosa c'entra? Semplicemente, ce l'ha raccontata. Il ricamo infatti è formato da nove scene con disegni e un brevissimo testo latino, sormontato da fregi e favole che pare abbiano un qualche collegamento (a volte chiaro, a volte sconosciuto) con la storia principale. La storia inizia con Edoardo malato che incarica Aroldo di andare da Guglielmo a nominarlo successore. Adolfo parte ma approda nel luogo sbagliato e viene catturato dal signore del luogo. Prontamente Guglielmo ne paga il riscatto, Adolfo compie la sua missione e fa voto di sottomissione al successore designato. Tornato in Inghilterra, dopo la morte di Edoardo, tradisce il giuramento e si nomina a sua volta monarca. Allora Guglielmo salpa con le navi e lo sconfigge. All'arazzo manca l'ultima scena che si immagina fosse l'incoronazione di Guglielmo. By Image on web site of Ulrich Harsh. http://www.hs-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost11/Bayeux/bay_tama.html, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17141891 A che scopo ricamare questa storia? L'arazzo era conservato e probabilmente periodicamente esposto nella cattedrale di Bayeux, sicuramente ricamato da una squadra di donne esperte. Lo potete vedere dalle foto, è di una qualità incredibile per avere circa mille anni! Ma da chi fu commissionato? Le ipotesi sono due. La prima, più tradizionale ma attualmente meno seguita, vuole che la committente fosse la moglie di Guglielmo, la regina Matilde delle Fiandre. Per questo l'arazzo è noto anche come "arazzo di Matilde". Studi più moderni invece sostengono che il vero committente dell'opera fosse il vescovo Oddone di Bayeux, fratellastro e consigliere di Guglielmo. L'opera aveva triplice scopo: lodare la figura del Conquistatore, ma senza dipingere Adolfo come un nemico; certo era descritto come in errore, ma vengono illustrate le sue prodezze da alleato di Guglielmo prima del ritorno in Inghilterra e ne emerge come nobile coraggioso. Questo perché? Perché il secondo scopo era pacificare le due popolazioni, normanna e inglese, che dovevano imparare a convivere e ad essere fedeli all'unico sovrano. E quindi perché esporre l'arazzo? Per insegnare al popolo, che non sapeva leggere ma poteva seguire la vicenda attraverso le figure. By Myrabella - Own work, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=25451809 Come fonte storica, l'arazzo è affidabile? Sì. Tutta la storia concorda con le fonti scritte che abbiamo e ci aiuta anzi a chiarirle maggiormente. Questo nonostante sia stato realizzato dalla parte vincitrice. Non sapremo probabilmente mai se davvero Aroldo abbia giurato fedeltà a Guglielmo e poi lo abbia tradito, o se questa è una invenzione per giustificare l'invasione, ma è comunque plausibile che le vicende siano andate più o meno così. Una curiosità molto interessante: in tutte le fonti, arazzo compreso, si trova citato un famoso presagio negativo che avrebbe dovuto scoraggiare Aroldo dall'usurpare la corona. Nel 1066 infatti comparve un misterioso corpo celeste che oggi come allora veniva considerato portatore di sventura. Allora non lo sapevano, ma adesso sappiamo che cosa fosse: era la cometa di Halley, che grazie alla scienza astronomica sappiamo comparire ogni 76 anni e che dai calcoli astronomici sembra essere transitati nel sistema solare proprio nel 1066. Quante scoperte può celare un semplice ricamo... L'arazzo ha ovviamente un valore inestimabile. È materiale molto delicato, un tessuto di lino ricamato con fili di lana, che poteva essere facilmente distrutto da incendi, guerre, calamità. Per nostra fortuna è arrivato a noi intatto. Uno dei rischi a cui è scampato è stato il periodo del Terrore, dopo la Rivoluzione, quando è stato nascosto dai prelati per paura delle ripetute violenze distruttive nei confronti dei beni della chiesa. Quei prelati hanno difeso un bene che adesso è di tutti e gliele dovremmo essere infinitamente grati tutt'oggi. Link correlati: - Potete trovare sul sito medievale.it la parafrasi completa delle nove scene del ricamo e sul blog Imparare con la storia le foto di tutte quante le parti ricamate. - Questo invece è il sito del museo di Bayeux dove oggi è conservato il ricamo. - C'è anche un video dedicato all'arazzo di Bayeux. Trovate il link alla prima parte e alla seconda parte.
Alcune storie sono così belle che vengono raccontate all’infinito, con dettagli sempre diversi, ma identiche nella sostanza. In Europa, in epoca medioevale, uno dei racconti più a lungo cantati dai trovatori narrava una raccapricciante storia di amore e cannibalismo: la leggenda del “cuore mangiato”. Per anni, a partire dal 1800, gli studiosi hanno cercato di scoprire, analizzando le molte versioni della storia, dove fosse nata. A complicare la ricerca ha contribuito una versione indiana dello stesso racconto, che doveva in qualche modo essere presa in considerazione. Gli studiosi che hanno raccolto le versioni di questa storia sono in disaccordo sul loro numero, si possono contare tra 14 e 24 narrazioni distinte, a partire dal 1150. Nella versione più semplice di questa storia, una donna sposata ha una relazione extraconiugale, e il marito la scopre. Quando l'amante muore o viene ucciso, il marito prende il cuore del suo rivale, lo cucina, e lo fa mangiare alla moglie, che muore poco dopo. Esistono due varianti principali del racconto, ciò che cambia è il modo in cui l'amante muore: in una versione, il marito lo rintraccia e lo uccide; nella seconda, il rivale muore in qualche altro modo, di solito combattendo alle Crociate. Per volontà del defunto, il suo cuore viene estratto dal corpo e inviato alla sua “signora” (usanza diffusa a quei tempi), ma mentre il prezioso organo, simbolo dell’amore eterno, è in viaggio, il marito lo intercetta e ne prende possesso. Non importa come succeda, in ogni versione la moglie mangia il cuore dell’amato, e questa è un po' la chiave del racconto. Il finale prevede quasi sempre la morte dell’adultera, che di solito si getta dalla finestra, o si rifiuta di mangiare, a volte fa entrambe le cose. Di tanto in tanto muore di dolore, ma nei rari casi in cui sopravvive, finisce in un convento. In alcune versioni della storia, il suo amore è innocente e mai consumato, più spesso però la donna è un'adultera impenitente. In una delle più famose versioni, il Lai d'Ignaures, si narra di ben 12 donne coinvolte, le quali tradivano i loro mariti con lo stesso affascinante cavaliere, Ignaures. I 12 uomini si vendicano servendo alle mogli, durante un banchetto, i resti dell’amante, soprannominato dalle donne “incantevole usignuolo”, per il suo delizioso modo di cantare. Le adultere però si accorgono dell’inganno, e decidono di lasciarsi morire di fame. La storia nasconde una connotazione cristiana, anche per quel che riguarda il consumo rituale del corpo; le 12 donne simboleggiano i 12 apostoli, e non è palese che loro siano “cattive”. Nel libro Una storia perversa del cuore umano, lo studioso Milad Doueihi scrive che il racconto è una sorta di commistione, un ”incrocio tra Cristianesimo e mitologia greca”. Attinge sia ai racconti sulla vita di Cristo sia a quelli su Dioniso, il dio greco che viene cucinato e mangiato dai Titani, ma rinasce dall’unico organo non divorato dai giganti, il suo cuore. In Consuming Passions (un testo sul cannibalismo tardivo nell’Europa medioevale) un altro studioso, Merrall L. Price, sostiene che consumare il cuore, secondo una velata sfumatura cristiana, permette alle donne delle storie di "ritrovare una dignità finale" e "punire i loro mariti doppiamente, con la scelta di morire." Oltre ad essere un racconto d’amore su una o più donne che vengono indotte al cannibalismo, la leggenda del cuore mangiato è una storia di potere. Chi vince alla fine, il marito o la moglie? La risposta a questa domanda è diversa a seconda delle versioni: a volte il marito è esplicitamente punito per il suo crimine da un parente vendicativo della moglie, oppure viene semplicemente allontanato dalla sua casa. Per molti decenni si è pensato che questo tipo di racconto sia nato in Europa, perché la maggior parte delle versioni proviene da tradizioni letterarie francesi, inglesi, tedesche e italiane; esiste anche una versione svedese. Nel 1880 però, uno studioso di folklore ha trovato una versione della storia, nella quale sono presenti tutti gli elementi chiave, nel distretto del Punjab, in India. Tutti gli studiosi hanno dovuto prendere atto di questa scoperta, e cercare di capire se la versione indiana derivi da quelle europee, o viceversa. Non è stato raggiunto nessun risultato definitivo, ma un importante articolo, pubblicato nel 1911, ha cercato di dare una risposta alternativa: molto probabilmente la versione indiana del racconto, e le versioni europee, in particolare quelle dell’Europa meridionale (che ispirarono anche una delle novelle del Decameron di Boccaccio), provengono dalla stessa e sconosciuta fonte. Nessun luogo può rivendicare la paternità di questa storia, è semplicemente un grande classico per quanto macabro e sconcertante.
“金曜日が終わりサンディエゴ・コミコンも残すところ2日間となりました。 遅くなりましたが、オスカーの画像をお届けいたします! #DarkSouls #アストラの上級騎士 #オスカー #ダークソウル #Gecco #SDCC2017”
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Masked vigilantes, superheroes, menaces to society or heroes to the people -- the world of the superhero is a complex, nuanced one made all the more complex by the gradual advent of "real life" superheroes across America such as Phoenix Jones and Mr Silence.
Soutra Aisle è un sito archeologico scozzese, dove si trovano le rovine di un antico complesso medioevale che comprendeva, tra le altre cose, un ospedale e un convento, che erano all’epoca conosciuti come Casa della Santa Trinità. Gli scavi archeologici hanno aperto una finestra straordinaria sulla vita dei monaci agostiniani che lì risiedevano, e sulla vasta gamma di rimedi medicinali da loro prodotti: antidolorifici, farmaci per togliere l’appetito, per aumentare la voglia di lavorare, per uccidere i parassiti che infestavano le persone e addirittura farmaci per curare le sbornie. Grazie a queste scoperte, e agli studi che proseguono tuttora, Soutra Aisle si è rivelato molto importante per la comprensione della pratica medica medioevale. La ricostruzione dell'ospedale, effettuata con le pietre trovate sul posto Fotografia di Lee Kindness via Wikipedia: Oltre ai loro doveri religiosi, i monaci del medioevo dovevano assolvere a molti altri compiti: coltivare l’orto per il fabbisogno del convento, produrre vino, birra e miele, ricopiare manoscritti, e fornire cure mediche agli ammalati. L’ospedale di Soutra si trova sulla cima di una collina, Soutra Hill, al confine tra Scozia e Inghilterra, situata proprio lungo la “King’s Highway”, la principale via di comunicazione fra i due stati, che segue il tracciato di un’antica strada romana. Fondato nel 1164, il monastero aveva dei compiti specifici: curare gli ammalati, fornire ospitalità ai viaggiatori, fare elemosine ai poveri, e offrire anche assistenza legale. Durante il periodo di maggior splendore il convento ospitava circa 300 persone, tra monaci e servi, per far fronte al grande numero di viandanti che chiedevano ospitalità, o che necessitavano di cure mediche. La ricostruzione dell'ospedale, dal lato sud Fotografia di M J Richardson – Creative Commons: Di grande importanza il ritrovamento dei rifiuti medici dell’ospedale, accumulatisi durante i secoli di attività del sito. Gli archeologi hanno identificato diversi rifiuti sanitari, contraddistinti dalla presenza di sangue, tessuti e alcune droghe utilizzate per scopi curativi. L’analisi di alcuni vasi utilizzati per contenere i farmaci, ha consentito di scoprire che venivano usati degli antidolorifici ed anestetici a base di cicuta, giusquiamo e papavero da oppio. Per medicare le ferite aperte dopo un intervento chirurgico o un’amputazione pare fosse usata una pomata a base di oppio e lardo. Il ritrovamento dei resti di parti del corpo amputate, e indumenti con resti di tessuti umani sono un’ulteriore prova che i monaci effettuavano interventi chirurgici sui loro pazienti. Per distruggere le uova dei parassiti tipo i pidocchi, o per fermare la diarrea o un’emorragia interna, veniva usata la tormentilla, una pianta con un’alta concentrazione di tannino. La Lathyrus linifolius veniva usata per smorzare l’appetito nei periodi di carestia, o per la perdita di peso. I monaci agostiniani avevano anche inventato un rimedio per le sbornie, usando alcuni semi di piante tossiche che inducevano il vomito. Un’altra scoperta interessante riguarda i resti di bambini nati morti, in associazione con la presenza di bacche di ginepro e di un fungo, comunemente chiamato ergot, contenente molti alcaloidi velenosi, tra cui la ergometrina, che provoca contrazioni uterine. Anche le bacche di ginepro sono considerate degli “stimolanti uterini”. La combinazione di questi due elementi potrebbe essere stata usata per indurre il parto o anche un aborto. Ai monaci agostiniani era proibito applicarsi in pratiche ostetriche, e questo lascia supporre che a Soutra Aisle lo facessero “illegalmente”, oppure che si avvalessero di personale femminile per questo scopo. A partire dal 1460, a seguito di uno scandalo per motivi di eresia, l’ospedale cominciò a declinare, e la maggior parte delle sue proprietà fu confiscata, con il risultato che la ricca struttura rimase senza mezzi di sostentamento. Nonostante questo, l’ospedale sopravvisse fino alla metà del 17° secolo.
Amy Manson in Once Upon a Time (2011)
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Medieval scribes took their animal illustrations very seriously.
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