Non avrebbe voluto scendere in pista quel maledetto primo maggio di venticinque anni fa. Lo choc per la morte del pilota austriaco Roland Ratzenberger avevano reso il gp di Imola pieno di tristi presagi: ma lo show non si era fermato e il finale tragico si è portato via il pilota, lo sportivo, l'uomo che nessuno da allora ha mai smesso di amare. Un quarto di secolo senza Ayrton Senna, e non è un'assenza come le altre, perché lui non era un campione come tanti, poteva salire su una macchina qualsiasi e il colore non avrebbe fatto differenza. I tifosi lo seguivano ovunque, perché era lui che amavano. In questi venticinque anni il ricordo del pilota-fenomeno non si è mai spento: libri, film, omaggi in tutto il mondo. La Formula Uno di oggi è un'altra storia, ha salutato nuovi campioni, ha visto scorrere sfide e pure tanta noia, ma quell'urto mortale alle 14,17 del 1 maggio 1994 ha tolto per sempre alle corse un pezzo di anima.